L’incremento dei casi di Epatite A in Italia ha coinvolto anche il Trentino, con ventinove situazioni segnalate. Dalle istituzioni locali arrivano però importanti rassicurazioni. "Si tratta di 29 casi, nessuno dei quali è in gravi condizioni - ha garantito l'assessore alla Salute,
Ugo Rossi - fra l'altro non si registrano casi secondari, ovvero sembra escluso che ci siano state trasmissioni della malattia da persona a persona. Va comunque sottolineato che l'epatite A è la forma più lieve di epatite ed è assolutamente curabile". La fonte di infezione più probabile pare essere stata il consumo di frutti di bosco congelati provenienti da Paesi esteri: "Nessun allarme quindi sui frutti di bosco trentini - prosegue Rossi - né freschi, né surgelati: si tratta di prodotti confezionati fuori regione, come segnalato dal Ministero della Salute che ha già anche diramato il sistema di allerta e provveduto al ritiro dal mercato".
L’Azienda sanitaria è impegnata nella sorveglianza e nel controllo della malattia: per tutti i casi viene condotta un’accurata inchiesta epidemiologica sui fattori di rischio della malattia e per evitare la trasmissione dei casi da persona a persona vengono vaccinate le persone a contatto stretto del malato. Sono stati eseguiti 9 campioni su prodotti congelati di frutti di bosco inviati al laboratorio di Brescia per la ricerca del virus. Inoltre, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, si è avviato uno studio scientifico sui fattori di rischio della malattia e sono stati inviati all’Istituto Superiore di sanità i campioni biologici dei casi per la tipizzazione del virus.