Ha indicato la rotta della sanità veneta l’assessore Lucio Coletto a margine convegno su “costi standard e misurazione delle performance nei processi di approvvigionamento”, tenutosi alla Gran Guardia di Verona. “Proprio sui costi standard – ha detto Coletto – stiamo imprimendo in Veneto una forte accelerazione: sono fondamentali per l’applicazione del federalismo in sanità, ma prima di tutto costituiscono lo strumento per eliminare le attuali sperequazioni di spesa tra Regione e Regione a livello nazionale, ma anche all’interno di ogni singola Regione, Veneto compreso. Anche per noi infatti passare dalla spesa storica al costo standard è irrinunciabile e anche urgente: così, fatte le debite pesature delle peculiarità dei singoli territori, andremo ad incidere profondamente sul riequilibrio della spesa pro capite tra Ulss e Ulss”.
Di certo, secondo l’assessore, non è più accettabile, e non sarà più possibile, spendere 2.500 euro per assistito da una parte e 1.400 da un’altra.
Per quanto riguarda la situazione finanziaria, Coletto ha escluso a priori che in Veneto possa essere reintrodotto il ticket “ un balzello che andrebbe a colpire ingiustamente e uniformemente tutti i cittadini”. “ Da più parti – ha precisato – mi si chiede se esiste all’orizzonte questa ipotesi: la risposta è un secco no”.
Coletto ha inoltre ribadito che i problemi emersi in Regione in questi giorni non riguardano l’esercizio finanziario annuale, ma situazioni legate agli ammortamenti in alcune Ulss, nemmeno molte, dove probabilmente, in tanti anni, si è speso in investimenti di più di quanto era prudente fare. “Su questa partita si dovrà procedere con piani di rientro concordati, senza gettare la croce addosso a nessuno, ma pretendendo che ognuno si assuma le proprie responsabilità e responsabilmente agisca per rimettere le cose a posto”.
L’assessore ha anche ricordato che “lo stesso ministro Fazio ha pubblicamente escluso a priori l’ipotesi di interventi governativi, a cominciare dal commissariamento. Il motivo – ha concluso – è semplice ed è che l’esercizio finanziario annuale è in linea con l’anno scorso e forse potrà essere anche migliore, seppur di poco. Non dimentichiamoci che l’anno scorso, alla fine delle verifiche del ministero delle finanze, la sanità veneta ha chiuso con un attivo di 11 milioni di euro”.