Situazione delicata e che rischia di essere esplosiva per la Giunta piemontese. Oggetto del contendere la
nuova riforma sanitaria proposta dal Governo regionale. Provvedimento resosi necessario per far fronte all’emeregenza finanziaria della Regione. Alcune fonti (e come riportano numerosi media locali e nazionali) parlano da tempo di dimissioni da parte dell’assessore
Paolo Monferino e oggi anche il presidente
Roberto Cota, oggi a Roma per il saluto dei piemontesi al nuovo Papa, ha minacciato le due dimissioni se non dovesse venir approvata la riforma sanitaria: “Adesso basta, una volta per tutte. Basta con i giochetti, basta con le parole in libertà. I consiglieri regionali devono occuparsi di fare le leggi e non di costruire le reti degli ospedali: questo lavoro lasciamolo fare ai tecnici. Adesso non starò più zitto e, se qualcuno non è d’accordo, si comporti da uomo e voti secondo coerenza e non convenienza. Si vuole fermare la riforma sanitaria? L’approvazione degli ordini del giorno sull’emodinamica comporterebbe uno stravolgimento della riforma sanitaria e quindi, di conseguenza, porterebbe alle mie dimissioni immediate da presidente della Regione”.
Intanto, per domani mattina (mercoledi 20 marzo) è stata convocata una nuova seduta del consiglio regionale, a cui dovrebbe essere presente il presidente Cota, e in cui saranno discussi due ordini del giorno sull’emodinamica oggetto del contendere.
E l’opposizione intanto va all’attacco. Per il capogruppo del pd
Aldo Reschigna: ”Siamo alle solite di fronte ad un problema politico, la chiusura di alcune emodinamiche, posto da noi e anche dalla maggioranza in Consiglio, Cota risponde con le minacce: se passano gli ordini del giorno mi dimetto. Una sfida al Consiglio regionale, che noi consideriamo inaccettabile. Con le minacce si può reggere un giorno ma non si costruisce la politica”.
Mentre per il capogruppo dell’Idv,
Andrea Buquicchio secondo cui “il commissariamento della sanità piemontese è dietro l'angolo, infatti tra poche settimane è prevista a Roma la verifica finale del Piano di rientro del debito sanitario. Visto l'esito dei precedenti incontri è molto probabile che arrivi l'ennesima bocciatura per la nostra regione. Dunque è più che legittimo pensare sia questo il vero motivo delle ventilate dimissioni dell'assessore Monferino che potrebbe passare alla storia come colui che ha condotto la sanità piemontese al commissariamento. Questa prospettiva sarebbe una sconfitta su tutta la linea per le politiche sanitarie dell'attuale maggioranza ma anche per il progetto di un'ipotetica macroregione del nord sognata dallo stato maggiore della Lega”.
“Il commissariamento della sanità piemontese – prosegue Buquicchio – oltre a rappresentare una bocciatura politica senza precedenti per l'intera maggioranza, potrebbe portare anche all'aumento delle imposte regionali e all'ulteriore taglio dei servizi erogati ai cittadini. Da tempo il nostro gruppo denuncia gli insuccessi collezionati dalla maggioranza al tavolo del Piano di rientro, insuccessi sempre minimizzati dalla Giunta. Ora il momento della verità è arrivato, ed in caso di commissariamento ne pagheranno le conseguenze tutti i cittadini piemontesi”.