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QS Edizioni - sabato 23 novembre 2024

Regioni e Asl

Nomine primari. Cambiano le regole. Le linee guida all'esame della Conferenza delle Regioni

immagine 27 febbraio - Definizione del fabbisogno, nomina di una commissione sorteggiata da un elenco nazionale, pubblicità delle procedure, scelta dei candidati in base all’aderenza del fabbisogno e del profilo professionale. Questi i punti cardine allo studio delle Regioni per rendere operativo il Decreto Balduzzi. IL DOCUMENTO.
Sono pronte le prime bozze di linee guida delle Regioni (che dovrebbero essere discusse alla prossima Conferenza dei Presidenti) per il conferimento degli incarichi di direzione di struttura complessa per la dirigenza medica - sanitaria nelle aziende del Servizio sanitario nazionale. E la parola d’ordine sarà “pubblicità”. Pubblicità dell’avviso pubblico di bando, pubblicità della nomina e delle operazioni della commissione esaminatrice, pubblicità dei curricula dei candidati e dell’atto di attribuzione dell’incarico. Così come voluto dal Decreto Balduzzi per premiare la meritocrazia.

In particolare, il documento (che, lo ripetiamo, non è ancora stato esaminato dai Presidenti) prevede che la procedura di nomine dei primari sia articolata in sei fasi: definizione del fabbisogno sotto il profilo oggettivo e soggettivo, avvio della procedura con la pubblicazione di avviso, nomina della commissione di valutazione, valutazione dei candidati, scelta da parte del direttore generale e conferimento dell’incarico, sottoscrizione del contratto individuale.

In particolare, la definizione della posizione di struttura complessa da ricoprire costituisce l'aspetto centrale per l'avvio della procedura e deve fare riferimento agli aspetti del governo clinico, alle caratteristiche organizzative, agli elementi tecnico-scientifici (profilo oggettivo) e alle competenze professionali e manageriali, alle conoscenze scientifiche e alle attitudini ritenute necessarie per l'incarico di direzione (profilo soggettivo).
La definizione del fabbisogno/profilo è effettuata sulla base della programmazione regionale, di quella aziendale e delle attività e degli obiettivi che la struttura complessa deve raggiungere. La caratterizzazione del fabbisogno/profilo deve essere connotata da elementi di specificità e concretezza anche per fornire alla Commissione esaminatrice uno strumento adatto alla valutazione nel modo più rispondente possibile alle necessità rilevate.

Quanto alla commissione di valutazione, dovrà essere composta dal direttore sanitario dell’Azienda e da tre direttori di struttura complessa nella medesima disciplina dell’incarico da conferire scelti tramite sorteggio da un elenco nazionale che raccoglie i nominativi di tutti i direttori si struttura complessa appartenenti ai ruoli regionali del Ssn. L’elenco, secondo le Regioni, dovrà essere tenuto e aggiornato da un unico soggetto responsabile. E le Regioni vorrebbero che quel soggetto fosse il ministero della Salute.

Per la valutazione si terrà conto del curriculum e di un colloquio. Ma anche di eventuali ulteriori macroaree che potranno essere definite dalle Regioni per esigenze di valutazione in ambiti specifici. A ciascuna macro area dovrà essere assegnato un punteggio. Nelle macroaree si potranno prevedere scale di misurazione degli elementi singoli o aggregati. La valutazione dovrà comunque mirare alla verifica dell'aderenza al fabbisogno/profilo professionale.
 
27 febbraio 2013
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