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QS Edizioni - domenica 24 novembre 2024

Regioni e Asl

La Lombardia al voto. Intervista a Gabriele Albertini: “Serve un ticket anche in ospedale”

immagine 15 febbraio - Limitato alla parte alberghiera per un valore tra i 3 e i 5 euro. A pagarlo dovrebbero essere però solo i redditi medio-alti nell’ambito di una rimodulazione del ticket per fasce di reddito. E’ solo una delle proposte del candidato alla presidenza della Lombardia con una lista civica appoggiata da Monti che in questa intervista esclusiva ci ha illustrato il suo programma per la sanità.
Ticket per fasce di reddito, contributo ai costi di ospitalità per i primi 10 giorni di degenza solo da un certo reddito in su, per il valore medio di almeno un pasto, una nuova rete di assistenza sul territorio basata su un mix equilibrato fra assistenza pubblica e terzo settore e un albo dei 'lobbisti' per evitare altri casi San Raffaele. Sono queste alcune delle proposte per la sanità contenute nel programma, e che Gabriele Albertini, ex sindaco di Milano, attualmente europarlamentare del Pdl, con il quale ha però rotto a inizio anno dopo la scelta di Berlusconi di appoggiare la candidatura di Maroni, e ora candidato alla presidenza della regione Lombardia per la lista Lombardia civica, collegata a quella di Mario Monti, spiega in un'intervista esclusiva a Quotidiano sanità. (vedi precedenti interviste ad Ambrosoli e Maroni).
 
Quali sono i provvedimenti più urgenti da adottare per migliorare la sanità lombarda?
Per cominciare bisogna intervenire con controlli più rigorosi sull’attuale sistema di accreditamento. Occorre ridurre gli sprechi per rendere la sanità lombarda sempre più efficiente e rendere sostenibili i costi sociali che l’innalzamento dell’aspettativa di vita implica. In particolare mi riferisco all’assistenza socio-sanitaria e domiciliare di anziani e pazienti con patologie gravi e invalidanti.
 
Dal San Raffaele al gruppo Multimedica, sono tante le strutture ospedaliere in crisi: cosa pensa di fare per supportarle?
Credo che vada ripensato l’intero sistema, riducendo il numero di Aziende Sanitarie Locali e di Aziende Ospedaliere. Gli ospedali dovranno raggiungere più elevati livelli di eccellenza, concentrando come accade negli Stati Uniti, le unità a grandissima specializzazione in pochi centri di riferimento. Una riorganizzazione che, tenendo conto delle specificità del territorio, permetterà di ridurre i costi e migliorare i risultati.
 
In questi ultimi anni la sanità lombarda è stata teatro di scandali e inchieste giudiziarie, come quelle sul San Raffaele e la Maugeri. Come evitare che si ripetano casi del genere? Servono più controlli sui bilanci?
È sicuramente necessario fare un salto di qualità in fase di controllo per evitare che si ripetano casi gravi come quelli citati. Se per i bilanci delle fondazioni valessero gli stessi criteri di trasparenza a cui sono sottoposte le società quotate in borsa, molti dei problemi di oggi si sarebbero certamente potuti evitare. Ma credo sia altrettanto doveroso ricordare che la Lombardia è l’unica ad avere i bilanci in attivo dal 2001 ed è l’unica a poter vantare 768 milioni di credito con le altre regioni ed avere oltre il 50% dei cittadini esenti da ticket.
 
La gestione e distribuzione delle risorse tra strutture sanitarie pubbliche e private in Lombardia va bene, o va modificata? La sanità pubblica va potenziata, visti i tagli subiti?
Noi crediamo nel principio che i cittadini abbiano il diritto di scegliere dove curarsi, che si tratti di strutture pubbliche o private, senza alcun aggravio di costi a loro carico. La libertà di scelta è uno dei capisaldi della sanità in Lombardia. Non a caso un paziente italiano su cinque sceglie di curarsi nella nostra regione, non solo nelle strutture pubbliche ma anche in quelle accreditate. Alla Regione spetta il compito di garantire il massimo dell’attenzione in termini di trasparenza e controlli. La collaborazione tra pubblico e privato deve continuare a tradursi in una crescita virtuosa del sistema.
 
Tanti lamentano l'ingerenza della politica nella scelta di primari e direttori generali. Secondo lei è un sistema da cambiare? E se sì, come?
Premiando il merito e non l’appartenenza politica nelle nomine. Le assunzioni dovranno rispondere a criteri trasparenti e a valutazioni terze. È importante che un chirurgo sappia operare, non che sia “amico degli amici”. Per una sanità trasparente occorre affidare la scelta dei dirigenti a un organo a sé stante, un advisor, che tagli fuori la politica dalla nomina dei manager. Lo stesso vale per le valutazioni che, ogni, anno, interessano il personale sanitario. Proponiamo valutazioni effettuate da enti terzi. In casi di insufficienze, porterebbero a riduzioni di stipendio, fino alla rimozione dall’incarico per i casi più gravi. L’obiettivo, a fronte delle migliaia di persone che lavorano con grande scrupolo, è quello di colpire i fannulloni. Ho inoltre proposto l’istituzione dell’albo dei lobbisti: la via sicura e trasparente per abbandonare opacità e situazioni di confusione che hanno generato i casi Maugeri e San Raffaele.
 
Pensa che serva una modifica o un intervento sui ticket?
Ricordo che la Lombardia ha la più alta percentuale di esenzioni d’Italia. La metà dei lombardi non lo pagano. Se continueranno i tagli da parte dello Stato si dovrà pensare a una rimodulazione del ticket per fasce di reddito, salvaguardando i meno abbienti. Intendiamo potenziare una rete di assistenza domiciliare sempre più capillare e adeguata attraverso un contributo, per i redditi medio-alti, per la parte alberghiera della giornata di ricovero. Si tratta del valore medio di almeno un pasto, 3-5 euro. Un intervento dal quale si ricaverebbero tra i 30 e i 50 milioni di euro da reinvestire immediatamente nell’assistenza domiciliare per malati terminale ed anziani.
 
A.L.
15 febbraio 2013
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