“Ho dovuto prendere atto di un profondo malcontento e di una forte demotivazione – ha commentato Roberto Lala al termine dell’incontro – tra tutto il personale del nosocomio. Al di là delle reali cause ed eventuali responsabilità circa il decesso di un paziente che la Magistratura ha il dovere di accertare, è sconcertante il numero degli avvisi di garanzia di cui si parla: addirittura 43. Neanche fossimo di fronte a un’associazione sovversiva o di stampo mafioso, ha sottolineato il rappresentante dei camici bianchi capitolini. “Altrettanto sconcertante e non accettabile che, pur nel diritto di cronaca e di informazione, la stampa abbia riportato il provvedimento citando anche alcuni nomi. Così si diffonde sfiducia crescente tra i cittadini e si terrorizzano gli operatori di questa e altre strutture: al Pertini si rischia una paralisi.”
Sollecitato anche dai vari interventi in assemblea, l’Ordine ha confermato l’impegno a confrontarsi con il Procuratore di Roma sulle modalità di gestione di questo ultimo caso di presunta malasanità. “Già nelle scorse settimane abbiamo avviato un percorso comune e positivo con la Procura di Roma – ha ricordato Lala – adesso chiederemo un nuovo incontro, per capire come evitare situazioni abnormi come questa e tutelare i medici che di volta in volta si trovano coinvolti per poi vedersi, nella quasi totalità dei casi, scagionati ma con un’immagine professionale ormai lesa.”