Vaccinazioni offerte a scuola a Bari. “E’ la prima volta, negli ultimi vent’anni, che il personale della ASL di Bari è impegnato nelle somministrazioni dei vaccini agli studenti, fuori dagli ambulatori, ma direttamente negli istituti scolastici grazie al progetto pilota del Dipartimento di prevenzione – area metropolitana – Vaccinazioni a scuola”, spiega la Asl in una nota.
Le somministrazioni dei vaccini anti papilloma virus e anti meningiti, spiega la Asl in una nota, sono state effettuate in due distinte sedute, complessivamente, a 150 studenti dell’istituto secondario di primo grado “Michelangelo” a Bari, dove è stato attrezzato un piccolo ambulatorio all’interno della palestra, dotato di poltrone per le iniezioni, carrello dell’emergenza, frigo portatile e desk per la registrazione dei vaccinati. Ad operare una equipe di infermieri, assistenti sanitari e medici.
“Offrire un servizio vaccinale di prossimità alle famiglie – dichiara il direttore generale facente funzioni della ASL,
Luigi Fruscio – permette di ridurre i disagi che, spesso, esistono per i genitori di recarsi in ambulatorio, e può, al contrario, aumentare l’adesione e implementare le coperture vaccinali tanto attese, il tutto in un contesto ludico-culturale per i ragazzi, e in totale sicurezza per la presenza di personale del Dipartimento di prevenzione specializzato e qualificato”.
Negli ultimi 3 anni le coperture vaccinali anti HPV in entrambi i sessi a Bari hanno oscillato tra il 20 e il 60 per cento. “Un’adesione – spiega
Fulvio Longo, direttore del Dipartimento di prevenzione – ancora troppo bassa, che intendiamo incrementare con l’attività vaccinale a portata dei ragazzi. Dal successo di questo progetto pilota dipenderà la futura estensione dell'offerta vaccinale agli adolescenti della fascia di età 11-12-13 anni, in altre scuole medie di Bari”.
Il progetto pilota è stato curato e organizzato dal Servizio di igiene pubblica dell’area metropolitana in collaborazione con la dirigente scolastica della scuola Michelangelo,
Antonietta Scurani, e ha previsto – prima delle sedute vaccinali - due giornate informative con i genitori e gli alunni per spiegare le finalità del progetto stesso e l’importanza della protezione vaccinale. Agli incontri informativi hanno partecipato anche i docenti e sono stati affrontati i temi delle malattie infettive e della loro prevenzione, in particolare le infezioni da HPV e le meningiti meningococciche.
“Abbiamo scelto di partire con la Scuola "Michelangelo" – riferisce il direttore del Sisp area metropolitana,
Francesco Nardulli - in considerazione del maggiore numero di iscritti alla prima media rispetto a tutti gli altri istituti di Bari, ma anche perché si tratta di una scuola presa di mira molto spesso dai “no vax” con atti vandalici. E’, quindi, per noi una sfida simbolica, questa, che vogliamo presto estendere altrove con la collaborazione delle famiglie e delle altre scuole della città”.
A spiegare le finalità del progetto, la referente delle attività vaccinali a scuola,
Stefania Menolascina. “L'aumento delle coperture vaccinali per HPV si traduce in una maggiore protezione della popolazione target – argomenta la dirigente medico - ovvero in una minore incidenza di patologie tumorali a carico degli organi sessuali e di oro-faringe, cavità orale e laringe in entrambi i sessi, e di conseguenza un minore ricorso alle cure di secondo e terzo livello. Uniformi coperture vaccinali”. Il modo più efficace è avvicinarsi alle esigenze delle famiglie: incontrarle, ascoltarle e ridurre le distanze. Con una equipe costituita da infermieri e assistenti sanitari, esperta sulle tematiche e sui consueti dubbi dei genitori, sono state azzerate le distanze realizzando anche uno sportello telefonico dedicato nelle giornate di vaccinazione.
Per la Asl, accanto ai benefici sulla salute della popolazione target, le vaccinazioni all’interno degli istituiti scolastici “favoriscono inclusione sociale ed equità sanitaria nei confronti dei soggetti emarginati, che hanno difficoltà a raggiungere, ad esempio, l'ambulatorio di riferimento e offrono una occasione di crescita culturale sia dei ragazzi che dei genitori”.