“Non manca molto all’arrivo della stagione influenzale che, come ogni anno, mette a dura prova gli ambulatori dei medici di medicina generale, ma anche i Pronto soccorso. I primi però non scaricano i pazienti sui secondi”. Ci tiene a precisarlo il Presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine,
Gian Luigi Tiberio, dopo i dati Agenas pubblicati qualche mese fa, che certificherebbero come in Friuli Venezia Giulia, a causa delle lacune nell’assistenza territoriale, siano aumentati gli accessi nei Pronto soccorso nel primo semestre 2024 rispetto al primo semestre 2023.
Stando ai numeri dell’azienda ospedaliera AsuFc, che comprende Udine, Palmanova, Latisana, San Daniele e Tolmezzo, gli accessi nei primi sei mesi di quest’anno sono stati 26.196, con il 5,6 in più rispetto ai 24.803 del primo semestre dello scorso anno.
“L’aumento, come si nota, è in particolare nei fine settimana (sabato e domenica) – spiega il presidente Tiberio - e nella fascia oraria che va dalle 20:00 alle 8:00 del mattino, con un incremento del 7,2 per cento. Questi numeri mettono in evidenza anche le difficoltà della continuità assistenziale (guardia medica), un problema ben noto”.
Precisa il presidente OMCeO di Udine, che di professione fa il medico di medicina generale, “con l’arrivo del periodo invernale ed influenzale, noi mmg siamo e saremo sempre al fianco dei colleghi dei Ps, ben consapevoli del carico di lavoro che affrontano quotidianamente; ma quello stesso carico è molto elevato anche per il nostro settore”.
“Purtroppo – continua Tiberio – molti pazienti accedono in maniera autonoma al Ps senza prima consultare noi oppure i colleghi della continuità assistenziale. Per risolvere questo problema l’unica soluzione è cambiare la cultura dei nostri assistiti che dovrebbero, in primis, ricorrere all’assistenza territoriale, a meno che non si tratti di casi con carattere di emergenza o urgenza. Sappiamo bene che è una strada lunga e tortuosa, ma non è giusto essere additati come la causa degli intasamenti nei Ps quando i dati evidenziano chiaramente che diamo risposte a più del 99,2% delle richieste e che solamente lo 0,8% dei nostri contatti settimanali si reca in Pronto Soccorso”.
“Possiamo fare meglio? Certamente sì e con facilità, se fossimo finalmente sgravati da una montagna di incombenze burocratiche che ingessano la professione medica. Forse dovremmo anche farci qualche domanda sul progressivo e costante incremento dei carichi di lavoro che rendono sempre più difficile la nostra attività quotidiana. Non è certo colpa nostra se questo mestiere, tanto sul territorio quanto in ospedale, non è più attrattivo come in passato. Noi cerchiamo di fare del nostro meglio, ma ricordiamo che sta dilagando la carenza di personale medico sul territorio e anche questo è responsabile del ricorso inappropriato al Pronto Soccorso”. Conclude il Presidente
Endrius Salvalaggio