La Corte dei Conti del Lazio ha parifica, con un'eccezione e tre riserve, il rendiconto 2023 della Regione. L’eccezione è relativa fondo sanitario indistinto “nella misura in cui risultano contabilizzati impegni per l'importo di 600.321,33 euro a favore di una società di Advisor con conseguenti maggiori vincoli per pari importo da destinare ai Lea sul medesimo capitolo di spesa”. E' stata invece parificata con riserva “la parte accantonata del risultato di amministrazione e in particolare il fondo passività potenziali destinato alla copertura del fabbisogno sanitario, e quindi il correlato perimetro sanitario della Regione Lazio per il 2023 incluso nel rendiconto, per la sola parte relativa alla copertura di fondi di dotazione negativi nell'importo determinato a seguito dell'attività di due diligence straordinaria; i residui attivi da esercizi precedenti pari a 13.647.274,58 euro e i residui passivi da esercizi precedenti pari a 73.575.374,72 euro; capitolo di bilancio sull'indennità di segreteria aggiunta nella misura in cui risultano contabilizzati oneri per indennità del personale di diretta collaborazione maggiorati del 30%”.
Il risultato finanziario della gestione di competenza dell'anno 2023 è pari a 1.000.631.556,40 euro, in miglioramento – come spiega nella sua requisitoria il Procuratore regionale
Paolo Luigi Rebecchi - rispetto al risultato dell'esercizio precedente (508.087.235,65 euro). Il dato rappresenta il saldo tra entrate di competenza accertate (22.220.599.122,53 euro), meno le spese di competenza impegnate (21.385.956.841,25 euro), cui va aggiunta la differenza tra Fondo Pluriennale Vincolato in entrata (920.655.316,21 euro) e Fondo Pluriennale vincolato in uscita (1.011.986.633,19 euro).
Sul fronte della sanità, in particolare, Rebecchi osserva come si sono rilevate criticità in ordine alla correttezza della perimetrazione delle risorse di finanziamento della sanità al di fuori della specifica “missione 13” e in particolare, alla destinazione all’Agenzia regionale per la protezione ambientale di una quota di risorse del fondo sanitario regionale pari a 24 milioni di euro che sono riservati all’erogazione dei servizi sanitari essenziali. “Peraltro, la sanità territoriale nel Lazio è destinata ad attraversare una profonda ristrutturazione, mediante i fondi del Pnrr, che devono essere utilizzati per implementare un sistema di gestione più efficiente, che si traduca in accesso egualitario per tutti alle prestazioni e all’erogazione dei servizi, sia in efficienza macroeconomica (spese appropriate al PIL), sia in efficienza microeconomica (servizi che massimizzino i prodotti sanitari e i benefici per i cittadini)”.
Il Procuratore regionale richiama l’attenzione sulla “necessità di una dinamica gestione, il più possibile adeguata alle richieste dei cittadini, delle liste di attesa, questione strettamente connessa al sistema di garanzia dei livelli essenziali di assistenza ovvero di quelle prestazioni che dovrebbero essere rese gratuitamente o dietro il pagamento di un ticket, ma i cui lunghi tempi di attesa portano spesso il cittadino a decidere di non avvalersi del servizio sanitario pubblico”.
Sotto questo profilo, spiega Rebecchi, “va evidenziata la mancata finalizzazione della quota pari allo 0,3 per cento del fondo sanitario indistinto, destinata al recupero delle liste di attesa pari a circa 35 milioni di euro”.
Per Rebecchi “il settore necessita complessivamente di un rafforzamento del sistema dei controlli interni ed esterni diretto a intercettare con tempestività i punti di criticità amministrativa, gestionale e contabile che possono compromettere oltre alla corretta gestione dei fondi, l’effettività ed appropriatezza delle prestazioni sanitarie”.
Quanto al Piano di Rientro, nella relazione al giudizio di parificazione si spiega che “l’andamento dei disavanzi sanitari della Regione Lazio, a partire dal 2007, mostra un progressivo calo, con una riduzione significativa a partire dal 2014 e il raggiungimento dell'equilibrio economico-finanziario nel periodo dal 2018 al 2021”.
Nell’esercizio 2022, si è registrato un disavanzo di esercizio consolidato di importo pari a 129 milioni (prima delle coperture fiscali); nell’esercizio 2023 i dati al IV trimestre del consuntivo provvisorio registrano un risultato di esercizio positivo di 181.680.142 milioni, (Tavolo tecnico 16 aprile 2024, pagina 21). I fondi di dotazione negativi hanno costituito, quindi, almeno sino all’esercizio 2021, le uniche passività pregresse da ripianare ai fini della tutela, anche prospettica, degli equilibri economici del consolidato SSR.
“Il relativo ripiano, però – osserva la Corte dei Conti - , è stato diluito nel tempo. Oggi la criticità strutturale appare in via di risoluzione. In sede di controdeduzioni, l’Ente ha riferito ‘Considerato che una delle condizioni per proporre l’istanza di uscita dal Piano di rientro è rappresentata dalla stabilità dell’equilibrio economico del Servizio Sanitario Regione, si rappresenta che l’imminente approvazione dei Bilanci di Esercizio 2023 degli Enti del SSR (prevista nella seduta di Giunta Regionale del 10.10.2024) certificherà l’attività straordinaria posta in essere dalla Regione Lazio in attuazione della determina G10720/2023 rideterminando il valore dei fondi dotazione negativi in 475 milioni di euro. Le risorse a copertura dei fondi di dotazione negativi sono state impegnate con la Determinazione n. G12753 del 30.09.2024 in attuazione della Legge Regionale n. 13 del 29 luglio 2024 e della DGR n. 732 del 27.09.2024. Grazie all’esito del lavoro straordinario di riordino dei bilanci del Servizio Sanitario Regionale ed al conseguente azzeramento dei fondi di dotazione negativi riteniamo si siano create le condizioni per avviare il percorso di uscita dalla procedura di Piano di Rientro’”.