Regioni e Asl
Dengue a Fano. Casi salgono a 105. Regione Marche: “La situazione è monitorata”
Ad oggi a Fano si registrano 105 casi confermati e 14 casi probabili di Dengue. I casi sono tutti autoctoni. Attualmente le persone ricoverate, non in condizioni gravi, risultano essere solo 6, di cui 2 casi accertati e 4 sospetti di infezione.
"Nella giornata odierna si è tenuto l’incontro di aggiornamento sul focolaio di Dengue a Fano del Gruppo Operativo Regionale per le Emergenze Sanitarie. Alla riunione hanno partecipato esperti di vari settori, sia regionali che della AST di Pesaro Urbino. Si è fatto il punto sulla evoluzione della situazione, che mostra un trend in diminuzione con casi sporadici negli ultimi giorni e la curva di incidenza, che si basa sulla data inizio sintomi, è al momento in fase discendente. La situazione è monitorata con attenzione". A spiegarlo in una nota è la stessa Regione Marche.
"Nel territorio sono state messe in atto tutte le misure di Sanità Pubblica previste in questi casi, come da indicazioni del Piano Nazionale Arbovirosi e della Circolare del Ministero della salute per i casi confermati con esposizione autoctona, quindi senza storie di viaggi all’estero in zone endemiche. Continuano le indagini epidemiologiche per definire le caratteristiche dei casi e le indagini entomologiche con il posizionamento di trappole per zanzare. Tutte le attività messe in campo sono state avviate in stretta collaborazione tra i servizi di prevenzione umana e veterinari ed è stata potenziato il sistema di sorveglianza, sensibilizzando i medici ospedalieri e territoriali, Medici di Medicina Generale e Pediatri per l’individuazione di pazienti con criteri clinici compatibili con infezione da virus Dengue".
"Tutti i casi sono stati approfonditi e segnalati nella piattaforma della sorveglianza delle malattie trasmesse da vettori istituita presso l’Istituto Superiore di Sanità - spiega ancora la nota -. Il Laboratorio di riferimento regionale, il Servizio di Virologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, ha effettuato l’analisi tempestiva dei campioni per la definizione dei casi e sta procedendo allo studio delle sequenze virali, per determinare la possibile catena di trasmissione della malattia. Sono state poste trappole per zanzare per studiare in zone specifiche di Fano la consistenza della popolazione di zanzare ed il grado di infettività. Come comunicato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Umbria Marche le ultime catture non hanno evidenziato la presenza di virus nelle zanzare catturate, come era invece stato rilevato nei giorni precedenti".
Sono state effettuate le attività di disinfestazione nel territorio cittadino ed è previsto un nuovo intervento nei prossimi giorni come indicato in questi casi dal Piano Nazionale Arbovirosi. Come da prassi, il Centro regionale Sangue della Regione Marche ha indicato che, in caso di donazione di sangue, sia per i donatori di Fano che per quelli che sono stati a Fano anche per poche ore, venga effettuato il test per Dengue. Sono stati effettuati 438 accertamenti su residenti a Fano e 238 su persone transitate nella città. I risultati sono tutti negativi.
"L’evento di Fano si inserisce nel bacino mediterraneo europeo nel quale il virus Dengue è trasmesso tramite la zanzara Aedes albopictus (comunemente nota come zanzara Tigre), stabilmente presente in gran parte dell’Europa ed eventi di trasmissione autoctona in ambito europeo sono descritti annualmente a partire del 2010. Lo scorso anno in Italia si sono verificati due focolai di Dengue autoctona in Lombardia e nel Lazio. Come sempre in questi casi, è’ importante la collaborazione della popolazione, al fine di adottare misure appropriate alla protezione della popolazione stessa e per limitare la circolazione dei vettori. La AST di Pesaro Urbino, in collaborazione con il Centro Vettori dell’Istituto Zooprofilattico Umbria e Marche e il Comune di Fano, ha avviato un gruppo di lavoro specifico per le attività di comunicazione a livello territoriale. È in corso una collaborazione con il Ministero della Sanità e l’Istituto Superiore di Sanità per valutare l’andamento del focolaio epidemico".