Le linee di indirizzo dettate nel documento di rettifica del Piano Sanitario Regionale (PSR) della Regione Lazio "viaggiano su un binario diverso rispetto alle necessità territoriali e alle misure strutturali che invece servono per il rilancio della gestione sanitaria e l'abbattimento del debito". Ne è convinto il segretario regionale della Fials Confsal, Gianni Romano, secondo il quale "si parla solo di accorpare distretti sanitari e Unità operative complesse (Uoc) per recuperare alle evidenti carenze di personale. Ciò vuol dire solo chiudere i reparti di alcune specializzazioni e ridurre l'offerta socio-assistenziale senza incidere sul debito pregresso”.
Il documento di rettifica, secondo Romano, presenta anche diverse contraddizioni, quando ad esempio spiega come “ogni Uoc deve poter contare sulla presenza in organico di un minimo di 3 dirigenti, oltre il direttore, vale a dire che basterebbero 4 medici. Mentre il rapporto per assegnare un Uoc al personale dell'area delle professioni sanitarie, professionale, tecnica ed amministrativa deve essere di 1 ogni 400 dipendenti”. E ancora, “ogni Uoc deve avere al minimo 20 dipendenti, il che fa pensare a un mero stato confusionale rispetto a quanto accennato prima”.
L’intero documento è stato portato avanti senza coinvolgere le parti sociali - ha evidenziato il segretario – nonostante il contratto nazionale del lavoro preveda un ampio coinvolgimento dei sindacati di categoria rappresentativi per concertare gli eventuali correttivi. “La penna inesperta che ha stilato il nuovo piano non si e' resa conto che limitare l'organizzazione e lo sviluppo di carriera dei dipendenti vuol dire anche limitare la capacità competitiva dell'azienda, favorendo la fuga dei cervelli verso altre Regioni, e soprattutto – ha concluso Romano - regalare un bacino di utenza alla concorrenza a pagamento”.
G.R.