La Regione Liguria ha apportato miglioramenti nel 65% degli indicatori monitorati. Si riduce il tasso di ospedalizzazione, in particolare dei day hospital medici e di alcune patologie croniche come scompenso cardiaco e diabete, grazie anche al potenziamento delle attività territoriali. Si riduce l’inappropriatezza ospedaliera sia sul versante medico che chirurgico, con una maggiore ricorso alla day surgery. Buoni risultati sul fronte della salute mentale, con una bassa percentuale di ricoveri ripetuti. Maggiore utilizzo della laparoscopia negli interventi chirurgici. E si riduce la spesa farmaceutica che diminuisce da 215 a 206 euro pro-capite. Sono questi alcuni dei risultati che emergono dal report 2011 sulla valutazione dei sistemi sanitari presentato quest’oggi dalla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
“Nonostante si siano registrati miglioramenti soprattutto nella riduzione del tasso di ospedalizzazione - ha commentato l’assessore alla Sanità,
Claudio Montaldo - bisogna ancora lavorare per migliorare gli screening, in particolare per il tumore alla mammella, al colon e alla cervice uterina, anche se i dati 2012 registrano un salto in avanti della ASL 3 che però non è ancora sufficiente”. “Il 2013 – ha continuato Montaldo – sarà l’anno della crescita sul territorio che avrà ritorni anche sugli ospedali, in quanto i ricoveri ospedalieri eccessivi sono strettamente legati ai malati cronici che rientrano in ospedale perché non seguiti correttamente a domicilio”.
Dal lavoro di valutazione, progettato secondo il sistema dei bersagli sono stati messi a confronto 115 indicatori, di cui 80 di valutazione, sintetizzati in 27 indicatori di sintesi per capire lo stato di salute della popolazione e la capacità di perseguire le strategie regionali. Analizzando nel dettaglio il report, emerge che in Liguria nel 2011 si è registrata una riduzione del tasso di ospedalizzazione complessivo, facendo passare i ricoveri dal 2010 al 2011 da 190 a 177 per 1.000 residenti. Un dato che in termini assoluti equivale a 22.500 ricoveri in meno, pari al 6,5%. Una riduzione che si è registrata sia sui ricoveri ordinari, sia sui day hospital, ma che, come dicevamo, appare particolarmente significativa sui day hospital medici che calano da 36 a 28 ricoveri ogni 1.000 residenti, pari a 13.750 ricoveri in meno, pari al 22%.
Diminuzione anche dei ricoveri per determinati motivi medici ad alto rischio di in appropriatezza, definiti dal Patto per salute, che passano da 440 a 384 ogni 10.000 residenti. Risultati che, secondo la Scuola di Sant’Anna, testimoniano uno sforzo verso una maggiore appropriatezza del ricorso al ricovero e un potenziamento delle attività territoriali a favore anche delle patologie croniche che, se ben curate e gestite dalle cure primarie, producono meno frequentemente ricoveri acuti. Dai dati emerge che in Liguria il tasso di ricovero per scompenso cala da 264 a 236 ricoveri per 100.000 residenti, quello per diabete si riduce da 43 a 36 ricoveri e quello per bronco pneumopatia ostruttiva passa da 109 a 107 ricoveri.
Da migliorare risulta, invece, la continuità ospedale territorio testata da una percentuale di ricoveri troppo lunghi, di trenta giorni più elevata rispetto alle altre regioni rilevate. Eccessivo, inoltre, risulta il volume delle risonanze magnetiche che vengono fatte in Liguria di cui una parte considerate inappropriate, come la risonanza magnetico muscolo-scheletrica per gli anziani sopra i 65 anni considerata nella letteratura internazionale inappropriata, in quanto non porta benefici in termini di salute del paziente.
L’indicatore mostra che nel 2011 sono state eseguite 13.470 risonanze per anziani in tale ambito, con un tasso pari a 31 ogni 1.000 residenti.
Buoni i risultati raggiunti sul fronte della salute mentale, con una percentuale di ricoveri ripetuti per pazienti psichiatrici pari all’8,54% , a testimonianza della presa in carico da parte dei dipartimenti di salute mentale che previene quindi un ulteriore ricovero, almeno nel breve periodo. Altro punto di forza sul versante ospedaliero è l’appropriatezza chirurgica, con il grande ricorso alla day-surgery. Su una serie di interventi definiti dal patto per la salute ne vengono eseguiti in day surgery il 64,7%, una performance, seconda solo alla provincia autonoma di Trento che ne effettua il 77%. Per quanto riguarda la qualità clinica, è in aumento la percentuale di fratture del femore operate entro due giorni, dal 36% al 45%.
È critica, invece, la percentuale di ricoveri ripetuti entro 30 giorni per lo stesso motivo di salute cioè di quei pazienti che hanno bisogno di rientrare in ospedale: il valore è tra i più elevati, pari al 5,42%. Maggiormente diffuso è l’uso della laparoscopia sia negli interventi all’appendice, con una percentuale che passa dal 53% al 58%, sia al colon, con valori che aumentano dal 33% al 45%. Margini di miglioramento vi sono sulla degenza media ospedaliera e sulla degenza pre-operatoria per gli interventi chirurgici che si attesta su 1,26 giorni. Buono e in ulteriore riduzione il risultato della spesa farmaceutica che diminuisce da 215 a 206 euro pro-capite, a parità di efficacia clinica. Infine, un buon risultato è stato raggiunto nell’utilizzo di farmaci a brevetto scaduto, utilizzati nel 61% dei casi.