“Somministrazione la Ru486 non in regime di ricovero ordinario ma piuttosto di Day Hospital, procedura che consente di evitare sprechi di denaro pubblico e di posti letto, di non penalizzare le donne e di rispettare le evidenze scientifiche”. Seguire il modello già sperimentato in Emilia Romagna e Umbria. Questo l’invito rivolto dall’Aied e dall’Associazione Luca Coscioni alla Regione Marche, l’unica regione a non aver ancora adottato linee guida sull’utilizzo della Ru486.
È stato inoltre evidenziato come nella Regione, numerosi ospedali non effettuino le interruzioni di gravidanza per mancanza di personale non obiettore. Per questo è stato rivolto un “caldo invito” ai medici che operano nelle strutture della regione a farsi parte attiva “per non penalizzare oltre le donne marchigiane, cui viene di fatto negata una possibilità di scelta”.
21 novembre 2012
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