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QS Edizioni - mercoledì 27 novembre 2024

Regioni e Asl

Paypack dispositivi medici. Pmi Sanità in audizione in Lombardia: “Inutile e dannoso per le imprese”

immagine 11 gennaio - Gennaro Broya de Lucia, presidente dell’associazione, ha parlato di fronte ai consiglieri della Commissione Sanità del Consiglio regionale, ribandendo la sua posizione contro la norma, che “potrebbe avere ripercussioni drammatiche proprio in Lombardia dal momento che circa il 20% delle imprese produttrici di dispositivi medici ha sede in questa regione”.
“Il payback dispositivi medici è inutile e dannoso dal momento che addossa alle imprese il gravoso compito di 'ripianare' una parte dello sforamento del tetto di spesa, anche se loro non hanno avuto alcuna responsabilità in merito, pretendendo, da esse, la restituzione di una parte del prezzo stabilito in origine solo perché, nel frattempo, ci si è resi conto di...aver speso troppo”. E' quanto ribadito dai rappresentanti di PMI Sanità, l'associazione nazionale delle piccole e medie imprese impegnate a rifornire gli ospedali del materiale necessario per la diagnosi e le cure, in occasione di una audizione, svolta il 9 gennaio, in Commissione Sanità del Consiglio regionale.

“L'applicazione di questa iniqua gabella – ha spiegato Gennaro Broya de Lucia, presidente di PMI Sanità - potrebbe avere ripercussioni drammatiche proprio in Lombardia dal momento che circa il 20% delle imprese produttrici di dispositivi medici ha sede in questa regione”.

Da qui l'appello che l'associazione di categoria ha rivolto ai componenti della commissione Sanità “affinché si attivino per rivedere tutti quegli atti con i quali anche la Regione Lombardia ha comunicato i 'crediti' nei confronti delle varie imprese e poi per fare opera di pressing sul Governo nazionale per individuare altre strade per il contenimento della spesa sanitaria”.

L'obiettivo, conclude Broya de Lucia, “è quello di superare, in maniera totale e definitiva, questa sanguinosa gabella che rischia di mandare sul lastrico migliaia di aziende imprenditoriali (circa 2mila) bruciando circa 200mila posti di lavoro”.
11 gennaio 2024
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