In dieci mesi, al Ps dell’Aou di Sassari, 101 casi di donne vittime di violenza, 46 di violenza di genere, 55 di violenza altrui. Queste ultime per il 44 per cento sono state vittime di violenza o aggressione in famiglia, 44 per cento per vari motivi o non dichiarati e 12 per cento sul lavoro. I dati da gennaio a ottobre di quest’anno, che danno il quadro di un fenomeno, la violenza di genere, sono contenuti in una nota diramata dall’Aou ieri, in occasione del convegno Codice Rosa: percorso di assistenza alle vittime di violenza. L'impegno dell'Aou di Sassari, organizzato dall’Aou di Sassari nell’aula magna dell’Università di Sassari nell’ambito dell’(H)Open week contro la violenza sulle donne, organizzato dalla Fondazione Onda, occasione anche per illustrare dettagli e finalità di un apposito percorso assistenziale per le vittime di violenza che, rispondendo alle linee guida nazionali, è stato approvato a luglio di quest’anno.
Un percorso che ha l’obiettivo di garantire una tempestiva e adeguata presa in carico delle donne, e dei loro figli minori, a partire dal triage del Pronto soccorso. Uno strumento che le accompagni e le orienti, se consenzienti, ai servizi presenti sia all’interno della Aou sia sul territorio, per elaborare un progetto di assistenza multidisciplinare per la fuoriuscita dall'esperienza di violenza.
A moderare gli interventi che si sono succeduti in un'aula magna gremita, sono stati la professoressa
Alessandra Nivoli e il dottor
Fabrizio Demaria, referenti del Coordinamento codice rosa, previsto dall’Aou come figura trasversale della Clinica psichiatrica e la Psicologia ospedaliera, e che coinvolge un gruppo multidisciplinare di professionisti al servizio della vittima di violenza. e a illustrare la “genesi” del Pdta è stata
Fulvia Ferrari (Qualità, accreditamento e gestione del rischio) che ha ricordato come il pronto soccorso sia la porta d’accesso di questo percorso.
“È importante che vengano colti subito i segnali di questa violenza – ha detto la dottoressa
Laura Piras, del Pronto soccorso generale, perché le possa essere attribuito subito un codice di priorità”.
Un codice (quello rosa è virtuale), definito nel contesto dell'organizzazione del Pronto Soccorso, che attiva un percorso specifico che coinvolge da subito lo psicologo, lo psichiatra, il ginecologo, l’infettivologo, il medico legale e gli assistenti sociali
“Dobbiamo rispettare i tempi della vittima, in questo caso della donna che arriva nel nostro pronto soccorso ginecologico – ha detto
Maria Carmela Fadda della Clinica di Ginecologia e ostetricia – dobbiamo rispettare i suoi silenzi, essere empatici nei suoi confronti». Un ruolo complesso quello svolto dai professionisti. «Il nostro diventa un intervento di riparazione del terremoto emotivo della vittima – ha detto la psicologa Stefania Casula – dobbiamo sostenerla, perché non corra il rischio di una sua ri-traumatizzazione”.
Un percorso che deve essere allargato con l’inserimento di altri soggetti fragili, come i minori. “La nostra attività – ha detto
Alessandra Carta, della Neuropsichiatria infantile – è volta alla prevenzione verso le categorie più a rischio. È importante intervenire con la prevenzione primaria, con una formazione che comprenda territorio, scuole, famiglie”. Un’azione che consente di avvicinare i soggetti più a rischio alle cure degli specialisti: minori, minori con problemi di neuro-sviluppo.
Sugli aspetti legali, del percorso e sull’importanza del codice rosso finalizzato a rafforzare la tutela delle vittime di maltrattamento e violenza sessuale si sono soffermati la professoressa
Claudia Trignano e il sostituto procuratore del Tribunale di Sassari
Angelo Beccu.E' stata invece la dottoressa
Monica Fiori del Centro di vittimologia della Clinica psichiatrica a illustrare la presa in carico psichiatrica della vittima di violenza. Il professor
Giordano Madeddu di Malattie infettive ha, invece, parlato del ruolo dell'infettivologo nei casi di violenza sessuale. Di consulenza psichiatrica in urgenza ha parlato anche la dottoressa
Franceschina Piras dell'Spdc dell'Asl 1 Sassari.
La dottoressa
Simona Serra del Servizio sociale della Direzione medica di presidio dell'Aou di Sassari ha spiegato il ruolo del servizio all'interno del percorso Codice rosa e dell'attività di raccordo con i servizi territoriali di tutela.
A chiudere il convegno è stato un dibattito scientifico con i responsabili delle strutture aziendali che hanno partecipato alla stesura del Pdta e che sono le protagoniste dello stesso percorso. A discutere con il pubblico erano presenti, oltre ad
Alessandra Nivoli (Clinica psichiatrica) e
Fabrizio Demaria (Psicologia ospedaliera),
Roberto Foddanu (Qualità accreditamento e gestione del rischio) coordinatore del gruppo di lavoro che ha prodotto il documento aziendale,
Paolo Pinna Parpaglia (Pronto soccorso e Obi),
Stefano Sotgiu (Neuropsichiatria infantile),
Giampiero Capobianco (Ginecologia e ostetricia),
Claudia Trignano (Medicina Legale),
Sergio Babudieri (Malattie infettive). Un dibattito partecipato con numerose domande da parte del pubblico e il racconto di una dottoressa della sua vicenda che l’ha vista vittima di stalking di un paziente psichiatrico. Al dibattito sono intervenuti anche il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri
Massimiliano Pricchiazzi e il comandante provinciale della Guardia di finanza
Stefano Rebecchesu.A portare i saluti istituzionali sono stati il professor
Giampiero Capobianco per il rettore dell'Uniss, il sindaco di Sassari
Nanni Campus, il professor
Paolo Castiglia per la direzione strategica dell'Aou di Sassari, il direttore generale dell'Asl 1 Sassari
Flavio Sensi, il dottor
Gianni Caria procuratore generale del Tribunale di Sassari, il dottor
Francesco Cattari per l'Ordine delle psicologhe e degli psicologi delle Sardegna e il dottor
Nicola Addis presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Sassari.