Di recente il ministero della Salute
ha annunciato di aver ottenuto il riconoscimento, da parte della commissione europea, dell’eradicazione della Peste Suina Africana (PSA) nel settore selvatico in tutto il territorio della regione Sardegna per assenza di circolazione del virus della peste genotipo I e grazie al proseguimento dell’attuazione delle misure di sorveglianza e controllo. Un risultato proclamato ‘storico’ che in questi giorni, appresa della notizia, ha acceso gli animi di tutti coloro che in sede di governo negli ultimi 10 anni si sono adoperati perché la Sardegna uscisse dalle restrizioni dell’Unione europea per quanto riguarda l’esportazione delle carni di suino e dei suoi derivati.
In proposito, è bene sottolineare come il ministero della Salute in primis rilevi l’importante operato svolto per l’eradicazione della PSA in particolare a partire ‘dall’ultimo decennio’, a cominciare dall
’istituzione dell’Unità di Progetto Regionale, disciplinata con L.R. n. 34/2014, e ad un conseguente ed efficace coordinamento di tutti gli enti e le amministrazioni coinvolte a tutti i livelli (locale, regionale, nazionale ed europea) ed ai profusi ingenti sforzi compiuti per cercare di eradicare la malattia da parte di tutti gli attori coinvolti, tra cui anche i cacciatori e gli allevatori stessi”.
Già ad iniziare infatti, come evidenzia il ministero stesso, dai riscontri dei dati
registrati nell’anno 2018 ed apprezzati dall’Unione europea, è stato visto come la gestione della malattia nell’isola fosse decisamente migliorata tanto da incidere in maniera rilevante sulla situazione epidemiologica dell’isola. Risultati positivi dunque sull’eradicazione del virus della PSA, genotipo I, ottenuti sia negli allevamenti suini, e sia nel settore selvatico.
“Facciamo chiarezza – dichiara l’assessore alla Sanità
Carlo Doria a
Quotidiano Sanità -. Ci rende lieti tutti che sul fronte della lotta alla peste suina africana la Sardegna abbia raggiunto un traguardo storico: prima, lo scorso dicembre
, con la fine dell’embargo alle esportazioni, e oggi con il riconoscimento a livello comunitario dell’eradicazione del virus nei cinghiali, dopo una presenza che durava da oltre quarant’anni. Questa amministrazione lo ha fatto con tanto lavoro e, per quanto mi riguarda, da quando ricopro il ruolo di assessore (novembre 2022), senza mai gettare discredito sull’impegno di chi ci ha preceduti”.
“I risultati che oggi tutti possiamo toccare con mano – prosegue l’esponente di Giunta - sono frutto di un cammino che sicuramente, mi fa pensare, ha avuto immani difficoltà, ma che ha visto anche prevalere la responsabilità e gli sforzi comuni di una grande squadra di lavoro con tutti coloro che sappiamo averne fatto parte. La Regione sulla lotta contro la peste suina non si è mai fermata nemmeno durante la pandemia del Covid-19, che ricordo ci ha colpiti a partire dai primi mesi dell’anno 2020 e pur tante energie ha sottratto all’intera amministrazione regionale”.
“Dal 2019 – sottolinea l’assessore -, a pochi mesi dall’insediamento dell’attuale esecutivo regionale, l’audit della Commissione europea ha riconosciuto gli sforzi della Sardegna fatti sino ad allora, non vi è dubbio, così come grazie all’operato del team che ha proseguito ad impegnarsi per l’eradicazione della PSA, si è arrivati al nuovo audit nell’anno 2021 che ha spianato definitivamente la strada verso il risultato che l’Isola attendeva da troppo tempo, raggiungendo quei dati attesi dalla commissione europea che ha dato il via libera all’esportazione delle carni di suino e dei suoi derivati contenendo le restrizioni sul territorio sardo da fine anno 2022. Un operato, quello portato avanti dal 2019 in poi dalla Regione, enti, associazioni di competenza, veterinari, cacciatori, allevatori e tutti gli interessati alla materia coinvolti, i quali hanno per il proprio ruolo partecipato e contribuito, che è stato ovviamente potenziato ed ha inoltre avuto nuovi sviluppi, parlando in termini di modalità nella prosecuzione dell’attività volta all’abbattimento dei capi infetti, della sorveglianza e controlli vari. Le azioni che hanno caratterizzato la misura di lotta contro la PSA sono state inserite in una road map concordata e periodicamente verificata con il Ministero della Salute, l’Unità di Progetto e la stessa Commissione Europea”.
“Per fare giusto un esempio, sul piano della sorveglianza oggi riceviamo mensilmente dal Corpo Forestale un resoconto mensile sugli avvistamenti di suini bradi irregolari; prima non avevamo una ricognizione di questo tipo strutturata. E tutti i dati vengono convogliati all’interno del ‘data warehouse’ che abbiamo implementato, uno strumento formidabile che mette a disposizione del Ministero della Salute e della Commissione europea tutte le informazioni in tempo reale, consentendo quindi un monitoraggio costante, tempestivo ed esaustivo”.
“Ecco che allora di questi ultimi cinque anni di governo va senz’altro riconosciuta l’attività di prosecuzione e di ulteriore potenziamento dell’importante lotta alla peste suina che ha fatto si che oggi in Sardegna l’85% del territorio sia ormai libero da restrizioni che hanno bloccato per innumerevoli anni l’export delle carni di suino e dei suoi derivati. Ridefinita quindi, in modo significativo, la mappa (
allegata) delle prescrizioni ancora in vigore nell’Isola: oltre alla zona ‘libera’ da restrizioni estesa già a maggio al 62% dei Comuni dell’isola, la decisione di qualche giorno fa di Bruxelles cancella la ‘zona 2’ (del selvatico) e restringe la ‘zona 1’ (ossia la cosiddetta zona cuscinetto, ora ridotta a 35 Comuni), attorno alla ‘zona 3’ (zona in fase di regolarizzazione sul piano dei suini non censiti). Quest’ultima zona rimane invariata per 12 Comuni della Sardegna centro-orientale alla quale si aggiunge una zona ancora di restrizioni, in vigore fino al 22 dicembre, sui territori interessati dal recente focolaio ‘di importazione’ del genotipo 2 in un allevamento a Dorgali, prontamente però gestito dall’Unità di progetto. Per garantire inoltre il potenziamento dei servizi veterinari in risposta alle azioni previste nel piano di mitigazione del rischio PSA genotipo 2, abbiamo previsto uno stanziamento ulteriore nella prossima variazione di bilancio di 2.437.000 euro per il 2023 e 2024 e 1.950.00 per il 2025”.
“Tutto ciò, nella responsabilità e seria dedizione ad una problematica che va tutt’ora continuata a seguire col buon senso di tutti, sapendo riconoscere anche il valore aggiunto all’ulteriore incentivazione di azione di lotta per l’eradicazione di una malattia che sparire non sparirà mai, ma va sempre più contrastata con azioni continuamente intensificate per non contaminare i nostri alimenti” – conclude Doria.
Elisabetta Caredda