Ha vinto l'Ambrogino d'oro nel 2010, è la prima donna in 100 anni di storia della clinica Mangiagalli di Milano ad essere nominata primario ginecologo, ha sempre rispettato la scelta delle donne di abortire e lottato per tutelare i diritti di donne, uomini e bambini realizzando i Centri contro la violenza sessuale e contro la violenza sessuale: sono questi alcuni elementi del curriculum di Alessandra Kustermann, direttrice dell'unità operativa complessa di ostetricia e ginecologia del pronto soccorso della Mangiagalli, e ora candidata alla presidenza della Regione Lombardia.
Pur essendo iscritta al Pd e ai suoi partiti 'antenati' dal 1975, la sua è “una candidatura della società civile, nell'ambito del centrosinistra. I miei valori sono legalità, trasparenza, solidarietà, equità, meritocrazia e difesa dell'ambiente. E con la mia candidatura mi rivolgo a tutti i moderati lombardi che condividono i miei valori". Così la ginecologa milanese spiega la sua scelta di candidarsi alle primarie per la presidenza della Lombardia. A sostenere la sua candidatura hanno risposto, in poche ore dal lancio dell'appello, oltre mille persone. "Si tratta di persone laiche e cattoliche - continua Kustermann - medici, avvocati, imprenditori, artigiani, tutti della società civile, di cui anche diverse non iscritte al Pd". Tra i firmatari figurano Bice e Carla Biagi, Isabella Bossi Fedrigotti, Nando Dalla Chiesa, Carlo Dall'Aringa, Caterina Sarfatti, Silvia Vegetti Finzi.
Se vincesse le primarie e fosse eletta su quello che ora é lo scranno occupato da Roberto Formigoni, ha già le idee chiare sulle cose da fare: partire dalla sanità. "E' come se la Regione fosse un paziente malato – sottolinea Kustermann - che è necessario curare e far nascere di nuovo: allora si potrà avere una regione dove i bambini possono crescere senza essere oppressi dall'inquinamento, gli anziani valorizzati, gli immigrati accettati, e i giovani studiare in strutture più decenti. All'inizio bisognerà concentrarsi sulla sanità, che assorbe il 70% delle risorse di bilancio”. Il sistema lombardo, secondo la ginecologa, può essere molto migliorato, controllando l'efficacia degli interventi, e con una più rigorosa organizzazione si possono ricavare risorse da investire per migliorare altri servizi, come i trasporti, l'assistenza, l'edilizia sociale e l'inquinamento. Insomma, più risorse per l'equità sociale.
Kustermann si dice una sostenitrice del Ssn da sempre, anche se ''non ho niente in contrario a premiare il privato sulle eccellenze, e ad una competizione tra pubblico e privato, purché sia fatta con le stesse regole. Nel pubblico infatti ci sono i concorsi e i piani organizzativi aziendali, i privati invece possono fare anche contratti a tempo, e molti giovani ricercatori possono trovarsi senza un futuro”. Altro punto da rivedere é la remunerazione degli Irccs, visto che ogni “loro prestazione é pagata il 5% in più rispetto ai normali ospedali – sottolinea – E' necessario distribuire i fondi agli istituti di ricerca secondo criteri accettati dalla comunità internazionale e che premino il merito”. Come modello di sanità, le fonti di ispirazione sono diverse: “dall'Emilia Romagna prenderei i controlli di efficacia sulla prevenzione, da altre regioni altri pezzi e così come da altri paesi europei. L'unico sistema che non vorrei importare è quello Usa”.
Quanto all'aborto, spiega che “è una laica, che ha sempre cercato di aiutare le donne che volevano abortire per motivi economici e senza una casa, mandandole al centro di aiuto per la vita della Mangiagalli, ma rispettando la loro volontà se tutto ciò non era sufficiente. L'aborto é un problema che le donne non affrontano serenamente, ma che a volte é necessario per la loro psiche e vita futura. Quando prendono questa decisione, lo fanno sempre in modo sofferto”.
Uno dei punti su cui lavorare e che investirà la sanità, così come altri settori, sarà la lotta alla corruzione. "Se ci fosse stata trasparenza e non corruzione non mi sarei candidata - continua Kustermann - C'é stata poca chiarezza nella gestione dei fondi per le funzioni non tariffabili in sanità. In Lombardia non c'é stato uno scandalo unico, ma un lento susseguirsi di tanti scandali. La lotta alla corruzione è dunque fondamentale. E su tutti gli atti della regione servono controlli interni preventivi e gare realmente trasparenti, soprattutto in vista dell'Expo". Secondo la ginecologa è opportuno continuare sulla linea di rigore intrapresa dal governo Monti, "riducendo stipendi e privilegi di Consiglieri, Giunta e Presidente della Regione - conclude - E' necessario inoltre puntare sui Comuni, trasferendogli competenze e risorse nell'ambito del patto di stabilità, mentre la Regione dovrebbe fare poche leggi, ma buone, dando le strategie generali".
A.L.