“La bozza dell’Accordo Integrativo Regionale (Air) di medicina generale della Sardegna non coglie la crisi drammatica che sta attraversando il lavoro dei medici di famiglia nella nostra regione”. Così
Luciano Congiu, segretario regionale Sardegna dello Smi, commenta in una nota l’incontro tenuto ieri in Regione.
Lo Smi Sardegna respinge, quindi, la proposta presentata dalla Regione, ritenendola “inconsistente”. “Diciamo basta a queste proposte fumose per i cittadini, provati da diritti negati e dalle lungaggini delle liste d’attesa, con le prestazioni urgenti che devono pagare di tasca propria e dal fallimento dalla presa in carico e della domiciliarità”, dice Congiu.
“La parte pubblica, la Regione Sardegna – prosegue il segretario regionale Smi -, ci deve dire, una volta e per tutte, quale sia la sua idea di organizzazione medica per il nostro territorio. Il caso delle Guardie Mediche di Oristano dove con ordini di servizio autoritari e quindi illegittimi (perché non applicabili per i medici in convenzione) si costringono i medici ad effettuare prestazioni non previste dal loro contratto di lavoro con condizioni di lavoro inaccettabili e con turni massacranti per coprire un servizio per 40mila persone, rappresenta un caso emblematico delle politiche sanitarie regionali. Sono queste le condizioni che penalizzano il nostro lavoro e scoraggiano l’ingresso dei nuovi medici nel Servizio Sanitario Nazionale”.
Per queste ragioni lo Smi chiede che la bozza dell'AIR venga “cambiata radicalmente” e che “si assumano scelte per il riconoscimento di indennità integrative adeguate al costo della vita attuale e non fermo agli anni '90, con ancora gli importi espressi in centesimi, perché di fatto ancora fermi alle vecchie lire ! Si devono destinare risorse consistenti a livello regionale per incentivare e valorizzare il lavoro dei medici sardi. Da tempo lamentiamo la mancanza di programmazione e una gestione resa ancora più emergenziale dalle criticità emerse con la carenza di medici. Riteniamo indispensabile intervenire per evitare una crisi irreversibile del Sistema Sanitario Regionale. Rivendichiamo allo stesso tempo la convocazione di un tavolo tecnico per snellire la burocrazia impropria dal lavoro dei medici”.
“La sanità che vogliamo in Sardegna e in tutto il Paese, - conclude Congiu - deve investire sui professionisti medici con progetti di qualità. I medici di famiglia non sono né soltanto vaccinatori, né amministrativi. Vogliamo tornare a fare diagnosi cura e prevenzione e svincolarci da oneri burocratici impropri. Ormai non c’è più tempo. La salute dei cittadini sardi non più aspettare. Non vorremmo essere costretti a proclamare uno sciopero se i diritti dei cittadini e quelli dei medici continueranno ad essere calpestati. Questa proposta di AIR è inaccettabile!”.