“Lo ha detto Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che dai dati analizzati sull’andamento degli introiti dei ticket c’è stato contrazione di circa il 22% rispetto agli anni pre pandemia. I motivi sono molteplici, a cominciare dalle lunghe liste di attesa. Le strade che restano sono solando due: curarsi presso delle strutture private oppure rinunciare se non si ha disponibilità economica“. A rilevare questo disagio in Veneto è la presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto,
Mirella Zambello.Zambello condivide la preoccupazione espresse sul flesso degli introiti dei ticket ed evidenzia come, a livello locale, una recente indagine svolta da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil “certifica un fenomeno che anche noi come professionisti del servizio sociale rileviamo quotidianamente: in Veneto cresce il numero di persone che non riescono ad accedere al servizio sanitario”
“In molti casi – spiega Zambello – l’unica alternativa, per non dover aspettare tempi molto lunghi, è rivolgersi al privato. Gli assistenti sociali che lavorano nei comuni ci riferiscono di casi crescenti in questo senso, con persone che devono rinunciare agli esami o alle visite mediche per dare priorità alle spese alimentari o che al contrario, pur alle prese con difficoltà economiche, sono costrette a farsi carico di spese ingenti per accedere a prestazioni private. Il nostro sistema sanitario nazionale fondato sulla salute come diritto di tutti, alla cui nascita ha dato un contributo fondamentale la ministra veneta Tina Anselmi, è una conquista che va preservata”. Da qui la necessità di “lavorare sulla riduzione delle liste di attesa” ma anche di “investire in campagne di prevenzione con screening gratuiti”.
I servizi sociali che hanno una funzione di programmazione, coordinamento, promuovono e sostengono lo sviluppo della famiglia e dell’età evolutiva. Realizzano e potenziano il sistema integrato dei servizi sociali e sociosanitari a favore delle persone anziane e delle persone disabili. Oltre a questo svolgono attività e prevenzione e cura delle dipendenze con progettualità a favore dei giovani.
“I servizi sociali dei comuni – conclude Zambello – sono impegnati quotidianamente nella definizione e attuazione di interventi diversi orientati, dal sostegno alle spese di bollette e utenze domestiche, al contributo per gli affitti fino al contrasto alla povertà educativa. Tutti interventi che vengono programmati in maniera personalizzata, valutando i bisogni specifici delle persone, per facilitare il superamento delle situazioni di bisogno. Non esistono però fondi e misure specifiche per le spese per la salute e la prevenzione, spesso trascurate dai cittadini più in difficoltà. Ci sarebbe la necessità di porre la salute al centro delle politiche, per promuovere benessere collettivo, e la nostra professione può dare un contributo per migliorare i contesti sociali nelle nostre comunità e città”.
Endrius Salvalaggio