“È venuto a mancare il medico 118 (Piazza al Serchio). Ne dà il triste annuncio la popolazione dell’Alta Garfagnana alla quale viene tolto, ancora una volta, un servizio essenziale: quello del diritto alla salute”. Recita così il “necrologio” comparso negli scorsi giorni sui muri del paese di Piazza al Serchio e rilanciato da diverse testate giornalistiche.
“Per una riorganizzazione dell’Asl – prosegue il manifesto che, pur con ironia, rappresenta una iniziativa di protesta - l’Alta Garfagnana verrà privata del servizio di prima emergenza con la presenza del medico in ambulanza, che verrà sostituito da infermieri. La popolazione di questa zona, ancora una volta, viene classificata come di serie B”.
Una iniziativa, quella del necrologio, che non è piaciuta agli Ordini delle Professioni infermieristiche della Toscana, che con una lunga nota sono intervenuti per contestare quanto espresso dal manifesto. “Come Coordinamento degli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Regione Toscana – esordisce la nota degli Opi - abbiamo sostenuto sin da subito la delibera 1424 della Regione Toscana che ha l’obiettivo di riorganizzare il Sistema dell’emergenza sanitaria territoriale. Necessità spesso richiamata e che trova finalmente una pianificazione e programmazione regionale che meglio definisce una diffusione territoriale al passo di sistemi già in atto nella restante parte d’Europa e del mondo intero, con esperienze già consolidate all’interno della Toscana che hanno dimostrato la garanzia di percorsi di cura efficiente, efficaci ed appropriati con ottimi ritorni di soddisfazione da parte degli utenti, familiari e istituzioni locali”.
“Non riteniamo più accettabile – mettono in chiaro gli Opi - il clima che si sta generando in troppe zone della Regione accostando la figura Infermieristica ad un depauperamento dei sistemi sanitari. Lo diciamo con forza, sostenuti dai profili normativi e soprattutto dalle evidenze scientifiche, che hanno più volte sottolineato l’importanza dell’intervento Infermieristico, anche farmacologico, nelle condizioni cliniche caratterizzate nel migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti e che hanno dimostrato come gli esiti dei pazienti trattati da team infermieristici specializzati siano equiparabili a quelli trattati da team medici”.
“Lo facciamo – prosegue la nota degli Ordini infermieristici - credendo da sempre in un sistema multiprofessionale integrato in grado di garantire risposte appropriate e che valorizzi lo sviluppo di tutte le figure che operano nella complessità delle reti dell’emergenza-urgenza territoriale, e per questo riteniamo opportuna la revisione e rimodulazione dei territori e dei professionisti a bordo dei mezzi di soccorso avanzato. I medici con infermieri e autisti soccorritori a bordo di automediche in partenza da punti centrali delle aree e con una fondamentale e capillare diffusione dei mezzi di soccorso avanzato infermieristici, dove al fianco dei soccorritori delle associazioni di volontariato, si riescono a garantire standard elevatissimi di soccorso pre-ospedaliero. In ultima descrizione, ma non per importanza, sono da tenere presenti le ambulanze con soccorritori volontari in grado di assicurare manovre rianimatorie di base precoci in attesa dell’infermiere o del medico”.
Per gli Opi è inoltre “davvero grave, per altro, che in un momento storico così delicato e complesso si utilizzino questi toni che non fanno altro che aumentare una frattura sociale, rischiano di generare aumento di episodi di violenza ai danni degli operatori, minano la fiducia in un SSN già indebolito. Come Coordinamento degli Ordini degli Infermieri della Toscana continueremo a lavorare ai tavoli istituzionali nel mandato del nostro ruolo, ma non possiamo più accettare strumentalizzazioni che non trovano fondamenti in ciò su cui si basano le scelte in Sanità, ovvero i dati scientifici”, conclude la nota.