C’è un altro meccanismo con cui la Fondazione Maugeri di Pavia sarebbe stata ‘aiutata’ generosamente dalla regione Lombardia: le maggiorazioni tariffarie. Un strumento introdotto con l’art.25bis della legge regionale 7/2010 dalla Giunta lombarda, che si aggiunge alle funzioni non tariffabili, alla cosiddetta legge Daccò e ai drg: si tratta cioè di risorse che incrementano il valore dei drg e sono state destinate a irccs di diritto pubblico e privato e a strutture pubbliche e private sedi didattiche di corsi di laurea in medicina. Un sistema di cui ha beneficiato soprattutto la Maugeri, che tra il 2009 e il 2010 ha sostanzialmente visto quasi raddoppiare le risorse erogatele dalla regione. A sollevare il problema è stato oggi il gruppo consiliare del Pd lombardo, che è riuscito a fare i conti dopo aver ricevuto i dati richiesti dall’assessorato alla sanità. Secondo le cifre presentate, la Maugeri nel 2009 ha incassato 26,4 milioni di euro in funzioni non tariffabili, mentre nel 2010 ha ricevuto 20,7 milioni per queste ultime, più altri 20,3 milioni di euro di maggiorazioni tariffarie, raggiungendo complessivamente 41,1 milioni di euro di finanziamenti da parte della Regione Lombardia.
Tutto è partito per la volontà della giunta lombarda di sostenere i maggiori oneri economici sostenuti dalle strutture che fanno attività di ricerca e formazione, che dovrebbero avere degenze medie più lunghe, più prestazioni diagnostiche per caso trattato e casi più complessi. E nella delibera attuativa n.350 del 28 luglio 2010 si stabiliscono i criteri per definire le strutture aventi diritto a questa maggiorazione dei drg, cioè il numero dei posti letto dedicati alle attività didattiche, il numero di studenti e ore di frequenza presso l’ospedale, il numero di personale dedicato interamente alla formazione, il numero di progetti di ricerca e l’impact factor assegnato. Le maggiorazioni tariffarie possono andare dal 6% al 25% per gli ospedali convenzionati con le università, e dal 7% al 19% per gli irccs. Tuttavia, già prima di questi criteri la regione cercava di valorizzare le strutture di ricerca e formazione, redistribuendo le risorse ‘non tariffabili’ sulla base di 3 indicatori che premiavano questa attività: l’ampiezza del case-mix, l’attrattività per i pazienti extra regione e la didattica universitaria.
Con la delibera 350 però questi tre indicatori sono stati sostituiti dagli altri delle maggiorazioni tariffarie. E in questo modo la situazione per la Maugeri è cambiata nettamente. Nel 2009 infatti aveva ricevuto 26,4 milioni di euro per le funzioni tariffabili, di cui solo 1,9 milioni derivavano dai tre indicatori a sostegno di didattica e ricerca, “evidentemente perché – rileva il Pd - né l’attività formativa, né la complessità dei casi e l’attrattività da altre regioni erano le caratteristiche fondanti della Fondazione Maugeri”. Nel 2010, con l’introduzione delle maggiorazioni tariffarie, la Maugeri riceve invece ben 20,3 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ai 20,7 milioni di funzioni non tariffabili attribuite per il 2010, per un totale di 41 milioni di euro. Un incremento del 925% contro quelli di circa il 100% di altre strutture come il San Raffaele, l’Humanitas, gli irccs San Matteo di Pavia e il Policlinico di Milano.
“Siamo di fronte a erogazioni che sono stabilite con decreti dirigenziali - evidenzia il vicesegretario regionale del Pd, Alessandro Alfieri - cui come consiglieri non possiamo accedere direttamente, ma tramite specifica richiesta. E' difficile però sostenere che l'ingegneria normativa della Regione non abbia portato alcun vantaggio economico... La magistratura tirerà la conclusioni, noi chiediamo interventi per avere meno discrezionalità e più trasparenza". E’ comunque da rilevare che nel 2011, per via dei tagli imposti dalla manovra Tremonti, e nel 2012 dopo la vicenda giudiziaria che ha coinvolto la fondazione Maugeri, la giunta ha rivisto lo strumento delle maggiorazioni, modificando al ribasso le percentuali di incremento ai drg, anche se “non sappiamo ancora – conclude Alfieri – quanto verrà erogato alle singole strutture per il 2011 e 2012”.
Dai dati forniti dall’assessore alla sanità, Luciano Bresciani, nella sua risposta all’interrogazione del Pd, risulta che le risorse previste per questi ultimi due anni non dovranno essere superiori a 230 milioni di euro per ciascuno anno, cioè circa 35 milioni di euro in meno rispetto a quelli erogati complessivamente nel 2010 con le maggiorazioni.
Adele Lapertosa