“L’episodio che si è verificato all’ospedale Le Scotte, che ha visto l’intasamento di mezzi in attesa di poter ricoverare i pazienti al pronto soccorso di Siena, è l’ultimo di una serie di episodi analoghi che si ripetono periodicamente, non da mesi, ma da anni”.
A sottolinearlo, in una nota, il segretario generale della Cisl Siena
Riccardo Pucci che evidenzia come quanto accaduto “avviene per una serie di concause che sono ampiamente note a tutti da tempo e si ripetono costantemente causando il replicarsi delle attese, in fila per ore, dei mezzi di soccorso causando un disagio generale a tutti i soggetti coinvolti”.
“Come segreteria confederale non possiamo accettare che ciò accada e si ripeta, perché si tratta di un problema organizzativo con carenze a carattere strutturale - continua -. Il primo vero problema che nessuno dice è la mancanza, oltre che di personale, di volontà anche di trovare posti letto ed è per questo che le ambulanze sono costrette a sostare. Negli anni passati le chiusure estive erano propedeutiche ma adesso con la pandemia non possono essere più fatte. È compito delle due aziende sanitarie (Auos e Toscana Sud est) incontrarsi per individuare insieme le giuste procedure che evitino il ripresentarsi costante di queste spiacevoli situazioni non più accettabili”.
“Una volta per tutte – prosegue il sindacalista della Cisl - diano loro delle spiegazioni del perché i pazienti non di debbano recare al pronto soccorso. La Regione Toscana invece non appare molto presente su queste criticità; attualmente è solo concentrata, sul bilancio, sul risparmio spicciolo, sulla parte economica di non riconoscimento di risorse pubbliche a pro dei colleghi del servizio sanitario, una volta detti eroi, sull’esposizione del Prs alle Feste de l’Unità, invece che alle organizzazioni sindacali regionali”.
“Su due aspetti chiediamo celerità nelle risposte: il primo riguarda la tutela dei pazienti. Il secondo, non per importanza, è la tutela degli operatori sanitari infermieri, ma anche medici e volontari delle associazioni Chiediamo, pertanto, che si individuino immediatamente delle procedure che evitino il ricrearsi di file di ambulanze davanti al pronto soccorso se vogliamo continuare a parlare di un sistema sanitario che moderno e all’avanguardia", conclude Pucci.
Sulla stessa linea il Nursind che rimarca: “Ambulanze in coda all'ingresso del pronto soccorso dell'ospedale di Siena, pochi posti letto e pazienti costretti a ore di attesa”. Secondo il sindacato delle professioni infermieristiche, i pazienti sono “costretti a lunghe attese all'interno delle ambulanze, aspettando che si liberi un letto al pronto soccorso per essere visitati, e disagi che sotto il sole cocente di quest’estate sono facilmente immaginabili. I pazienti sono costretti a stazionare in pronto soccorso anche quattro giorni prima di essere ricoverati, a causa della carenza di personale in grado di prendere in carico i malati”.
Questa seconda denuncia viene dal segretario territoriale
Danilo Malatesta il quale evidenzia che ieri mattina “erano sessanta le persone in pronto soccorso: alcuni in attesa dell'esito del tampone, altri che aspettavano di essere ricoverati, alcuni dei quali addirittura da domenica; queste situazioni hanno portato anche a episodi di tensione tra i familiari dei pazienti e il personale sanitario”.
“Come sindacato chiediamo che i pazienti trovino una collocazione nei tempi previsti dal patto Stato-Regioni e che i dipendenti possano, al contrario di adesso, lavorare in sicurezza rispettando il rapporto adeguato tra pazienti e infermieri; ci sono delle notte in pronto soccorso durante le quali un infermiere si trova a gestire anche venti pazienti, alcuni dei quali critici”, sottolinea il Nursind.
Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Siena
Luigi De Mossi: “La situazione generatasi al pronto soccorso è inaccettabile. I cittadini senesi pretendono, e meritano, una sanità capace di rispondere alle loro necessità”, afferma il primo cittadino della città senese.
“Il messaggio a Regione e Aous è chiarissimo: prendete in mano la situazione e affrontatela; il Comune farà la sua parte, ma la direzione deve venire dai soggetti che per legge hanno la responsabilità della sanità locale. La Regione Toscana batta un colpo e l’Aous affronti i problemi senza cercare scuse”, conclude De Mossi.
Lorenzo Proia