Una road map con indicate le tempistiche e gli obiettivi per permettere alla Sardegna di uscire definitivamente e ufficialmente dall’emergenza della peste suina, ponendo fine alle restrizioni, verrà inviata nei prossimi giorni dalla Direzione Generale della Sanità e della Sicurezza Alimentare della Commissione europea all’Italia, al Ministero della Salute. A comunicarlo è stato il sottosegretario
Andrea Costa a seguito dell’incontro svoltosi venerdì scorso a Bruxelles, al quale hanno preso parte anche il coordinatore dei servizi veterinari per la peste suina africana, F
rancesco Sgarangella, ed il direttore dell’istituto Zooprofilattico,
Giovanni Filippini, entrambi della Sardegna, nonché il Consigliere della rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea,
Giovanni Donato.
“Considero l’incontro di positivo, frutto di un dialogo franco e propositivo – commenta il sottosegretario -. Abbiamo definito un percorso con la Commissione Ue fatto di impegni reciproci. Ringrazio la Direttrice generale
Sandra Gallina e la direzione tutta per la disponibilità e la volontà di risolvere le ultime criticità. È stato riconosciuto l’impegno, il lavoro e i risultati raggiunti dall’Italia e dalla Regione Sardegna nella gestione della Peste Suina Africana, in un periodo molto delicato dal punto di vista continentale, dove l’attenzione al tema è massima. Abbiamo dimostrato con dati, analisi e report come la situazione della Regione sia favorevole. Ho fortemente voluto e promosso questo vertice per dare impulso al processo che conduca alla certificazione della fine dell'emergenza. La revisione delle limitazioni sarebbe un segnale importantissimo per gli allevatori, gli operatori del comparto e per tutta la comunità. Finalmente dopo anni di restrizioni per l’Isola vediamo la luce in fondo al tunnel. È adesso il momento più indicato per intensificare gli sforzi a livello locale e nazionale per dare le risposte di cui il comparto e il territorio hanno bisogno”.
Sentito da Quotidiano Sanità, il coordinatore dei servizi veterinari per la PSA, Francesco Sgarangella, esprime soddisfatto: “Finalmente si arriva al riconoscimento degli enormi sforzi ed enormi progressi fatti dalla Sardegna che dopo quarant’anni si avvia verso il percorso di uscita dalla crisi dovuta al virus della peste suina africana. E’ un grande risultato che i veterinari della Sardegna, tutto il personale dei servizi veterinari assieme agli allevatori, alle loro associazioni, ai cacciatori, agli uomini e donne del corpo forestale dell’agenzia forestas e di tutte le agenzie regionali, e di tutta l’amministrazione regionale, hanno fortemente voluto nell’interesse esclusivo dell’isola e del comparto suinicolo”.
“Ormai in tutta Europa – prosegue il coordinatore -, ma anche nel mondo, si parla del modello Sardegna. Un modello virtuoso che è stato portato ad esempio già nel 2019 nel G7 di Parigi e che sempre di più viene visto come una best practices per uscire da una emergenza epidemica come questa. Un modello da imitare quindi per tutti quei paesi, quei territori, che purtroppo hanno a che fare col virus della peste suina africana sebbene quello che sta circolando in Europa e in Italia è un genotipo diverso da quello isolano. L’Europa ci chiede di concludere questa parte di percorso risolvendo anche tutte quelle piccole criticità che ancora permangono, ma la strada ormai è tracciata ed è una strada dalla quale non si può tornare indietro. Il sistema Sardegna con il supporto costante del ministero e del centro referenza nazionale ha dimostrato come con impegno e sacrificio e con idee chiare e contestualizzate al territorio nel quale si opera, anche virus subdoli ed estremamente pericolosi come quello della peste suina africana possono essere sconfitti”.
“Il miglioramento della biosicurezza interna ed esterna degli allevamenti – spiega Sgarangella -, la corretta gestione della caccia, la netta separazione tra suini domestici e cinghiali, la rapida ed efficace estinzione dei focolai, la corretta registrazione degli allevamenti e identificazione dei capi, la regolarizzazione degli allevamenti, il divieto del pascolo brado e l’efficacia dei controlli ufficiali dei Servizi Veterinari, la formazione e aggiornamento di allevatori e cacciatori, la sensibilizzazione delle comunità, la premialità per i virtuosi, ed una costante azione di vigilanza sul territorio da parte del Corpo Forestale, sono le misure e le uniche armi a disposizione che stanno determinando la sconfitta di un virus per il quale non esiste un vaccino”.
“A questo punto – sottolinea il dirigente veterinario - si può anche pensare in un prossimo futuro all’utilizzo del ghiandatico in particolari contesti e con procedure graduali e rigorose per favorire produzioni di qualità sul modello spagnolo. Ora però è anche importante e urgente adottare misure di protezione e prevenzione che riducano il rischio che il nuovo genotipo II del virus, che sta interessando l’Europa e le regioni italiane, possa arrivare nell’isola: disinfezione dei mezzi, divieto di introduzione di prodotti a base di carne di cinghiale e suina non controllati, sensibilizzazione e informazioni per i viaggiatori, quindi controlli nei porti in ingresso come noi abbiamo fatto per anni per impedire che il virus uscisse dalla Sardegna, da parte delle Regioni con tradizionali porte di ingresso come ad esempio negli aeroporti di Genova in Liguria, Civitavecchia in Lazio e Livorno in Toscana”.
“La Sardegna – conclude Sgarangella - è l’unica Regione del mondo, dopo Cuba e la Spagna, in cui eradichiamo il virus nella popolazione dei suini domestici oltre che nei cinghiali”.
Parole di soddisfazione per il riscontro dell’incontro giungono dalla Regione anche da parte del governatore
Christian Solinas: “La Sardegna attende da tempo la fine dell’embargo. Sul fronte dell’eradicazione della peste suina africana abbiamo ottenuto importanti traguardi e ora è indispensabile e doveroso che i risultati e i sacrifici degli allevatori e delle comunità, dai cittadini ai sindaci, agli operatori in campo, vengano riconosciuti senza ulteriori indugi. Guardiamo con assoluta fiducia agli impegni presi nel corso della riunione a Bruxelles e continueremo a lavorare per raggiungere un obiettivo di fondamentale importanza per la nostra Isola e per i tanti operatori di un comparto, quello suinicolo, dall’enorme potenziale. I prodotti suinicoli della Sardegna, la qualità che la nostra Isola sa esprimere, nonché le prospettive di mercato, rappresentano un’opportunità irrinunciabile per l’economia della Sardegna”.
A guardare con auspicio agli impegni presi anche l’assessore alla Sanità,
Mario Nieddu: “Abbiamo risposto puntualmente a tutte le richieste e indicazioni che ci sono arrivate da Bruxelles. I risultati ottenuti sono stati certificati nel corso dell’ultimo audit dagli ispettori europei che hanno potuto apprezzare il lavoro svolto anche sul fronte della sorveglianza del brado e del selvatico”.
A tal proposito si ricorda la
visita nell’isola degli ispettori della Commissione UE tre anni fa, prima di entrare nell’anno della pandemia, che avevano già da allora evidenziato significanti miglioramenti tenuto conto che da quasi un anno era stata rilevava l’assenza di registrazione di focolai di peste suina.
“Nel percorso che si andrà ad aprire – conclude Nieddu - puntiamo a confermare i risultati raggiunti proseguendo con il nuovo ‘piano peste’ che da un lato rafforza le misure per favorire l’emersione degli allevamenti irregolari, e dall’altro semplifica le procedure e sostiene le tante attività certificate”.
Elisabetta Caredda