L’inclusione e la promozione di standard qualificati nell’ambito delle cure sanitarie in favore di persone con disagio psichico e sociale è alla base del Premio “
Welfare Oggi” assegnato alla Asl Roma 4 lo scorso giovedì 25 novembre, durante la sessione plenaria del
Forum della Non autosufficienza, presso il Centro Congressi Savoia Regency a Bologna.
Conseguito dalla ASL Roma 4 come 1° classificato per il progetto “
Cohousing supportato per persone fragili”, il Premio, giunto alla sua II edizione, è stato istituito dalla Casa Editrice Maggioli ed è destinato agli Enti di ogni natura giuridica che abbiano realizzato un progetto innovativo in ambito sociale e sanitario.
Il progetto si fonda sulla integrazione tra ASL ROMA 4, Comunità di Sant’Egidio ed Enti Locali, sancita da un protocollo di intesa siglato nel novembre 2017; i Comuni capofila sono quelli di Civitavecchia e Bracciano. Lo scopo principale riguarda l’inclusione e la promozione di standard qualificati nell’ambito delle cure sanitarie in favore di persone con disagio psichico e sociale, in sintonia con i principi e gli obiettivi essenziali della riforma dei servizi di salute mentale promossi dalla legge 180 / 1978, integrata poi nella riforma più generale del Servizio Sanitario Nazionale con la legge 833/ 1978, riforme che hanno sancito un enorme progresso dei diritti dei malati, primi fra tutti quello della piena inclusione nella società e dell’empowerment dei pazienti nel processo decisionale di cura.
L'esperienza delle convivenze protette per persone con disagio psichico e sociale nasce nel Comune di Civitavecchia (RM) a ottobre 2012, è già presente a Bracciano e si sta esportando in altri Comuni del territorio della ASL. Si tratta di convivenze in piccoli nuclei, da due a sei persone, supportate quotidianamente da operatori e volontari. Le persone sono incoraggiate alla cura dell’igiene personale ed a quella della casa.
L’educazione alle attività comuni della vita quotidiana comprende fare la spesa, cucinare, pulire le stanze, dividere e smaltire i rifiuti. Tutti sono sollecitati anche a svolgere attività esterne partecipando alla vita del quartiere e della città, frequentando associazioni, centri diurni, praticando attività sportiva, portando avanti attività lavorative e di volontariato. Recentemente la Comunità di Sant’Egidio in collaborazione con il Comune, la Regione, la ASL e l’azienda agricola “La tenuta del Gattopuzzo”, ha avviato per gli ospiti delle convivenze ed altri soggetti fragili un progetto di agricoltura sociale denominato “gli orti solidali”. Si tratta di difendere l’ambiente e riqualificare aree cittadine in stato di abbandono. C’è in cantiere l’idea di formare una cooperativa sociale per il lavoro nell’agricoltura sociale.
Importante l’attività del volontariato che, in completa gratuità, mette in relazione la persona con disturbi mentali con altri soggetti fragili: senza dimora, anziani, disabili. I volontari, con disagio e non, lavorano in gruppi per selezionare e ordinare vestiti, preparare pacchi per le distribuzioni alimentari, cucinare per i senza dimora, visitare gli anziani. Ciò contribuisce a rimodulare il ruolo sociale delle persone con disturbi di area psichica, permettendo un affinamento della loro percezione del mondo reale ed un rafforzamento delle competenze sociali, insieme alle attività che prevedono un impegno lavorativo remunerato.
Gli ospiti entrano e vivono nelle convivenze in modo volontario e possono rimanere senza un limite di tempo. A ognuno è richiesto un contributo mensile, in base alle possibilità, Lo spirito è quello del mutuo aiuto: chi può dare un contributo maggiore lo fa volentieri per sostenere chi ha meno risorse. La media dei contributi è di 650,00 euro a persona che servono per coprire le spese per l’affitto e la manutenzione della casa, le utenze, i generi alimentari, le vacanze, il supporto degli operatori retribuiti.
Gli ospiti delle convivenze sono presi in carico, dal punto di vista clinico, nei Centri di Salute Mentale (CSM) e nei Servizi per le Dipendenze (SerD), dove svolgono le visite mediche, le sedute di psicoterapia, gli incontri con l’assistente sociale e gli incontri di gruppo. Con una cadenza mensile si svolgono le riunioni di formazione e mutuo scambio tra l’equipe multiprofessionale del DSM (Centri di salute mentale e centri diurni) e un gruppo di operatori di Sant’Egidio. Gli ospiti stessi delle convivenze sono coinvolti in riunioni presso il CSM per discutere di problematiche relazionali insorte in contesti specifici e di regole da stabilire, da modificare ma, comunque, da condividere.
Nell’equipe del DSM e del SerD, un ruolo centrale è quello dell’assistente sociale che, oltre a curare le domande per vari tipi sussidi e invalidità, segue i percorsi lavorativi con il sostegno delle borse lavoro, si relaziona al Servizio Sociale del Comune ed agli amministratori di sostegno ed agli Uffici Tutele del Comune. Alcuni ospiti frequentano i Centri Diurni del DSM per progetti di riabilitazione. Gli operatori della Comunità sostengono gli ospiti nella gestione della terapia farmacologica predisposta dal medico del CSM e del SerD, aiutandoli a sviluppare una buona compliance e accompagnandoli nell’esecuzione di esami di controllo prescritti dai sanitari. Si occupano, inoltre, di un’adeguata conservazione dei farmaci a casa. Laddove necessario, vengono effettuate visite domiciliari da parte delle èquipe curanti anche in condizioni di urgenza . In alcuni casi gli infermieri dei CCSSMM preparano e consegnano la terapia farmacologica già suddivisa in modo da favorire l’assunzione quotidiana.
Dal 1° ottobre 2012 al 31 agosto 2021 gli ospiti delle convivenze protette sono stati complessivamente 48. L’età media è di 46,4 anni. I luoghi di provenienza sono riconducibili ad alcune tipologie:
- Strada. Tredici persone inseriti nel progetto erano senza dimora che vivevano stabilmente per strada con disturbi mentali e/o dipendenze.
- Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura ospedaliero (SPDC): due ospiti provenivano direttamente dal reparto psichiatrico ospedaliero per mancanza di un qualsiasi luogo di dimora alla dimissione.
- Strutture residenziali psichiatriche: sedici soggetti erano ricoverati in case di cura convenzionate da un periodo lungo (range: 1- 9 anni con una media di 4,6 anni) per mancanza di un progetto di reinserimento sociale.
- Casa propria. Dodici ospiti provenivano da casa propria dove vivevano in condizioni di solitudine e difficoltà.
- Carcere: tre persone con disturbi psichici e sociali provenivano da Penitenziari della provincia di Roma, a seguito del fine pena o di possibilità di passare a casa l’ultimo periodo di pena.
- REMS: una persona proveniva dalla REMS a seguito di comunicazioni tra CSM, Sant’Egidio e magistrato di sorveglianza.
Il progetto “Cohousing supportato per persone fragili” è di particolare rilevanza nel tempo della pandemia, perché promuove la salute mentale e combatte l’isolamento delle persone con disturbi mentali, promuovendo anche processi di educazione sanitaria.
Progetti come questo aiutano a comprendere la necessità di potenziare i DSM e di focalizzare l’attenzione sui determinanti sociali della salute e su di una metodologia di lavoro basata su multisettorialità e integrazione, in un sistema di alleanze nuovo che consideri protagonisti utenti e familiari, comunità, Terzo settore.
Massimo Magnano
Comunità di Sant’Egidio
Carola Celozzi
Direttore DSM Asl Roma 4
Cristina Matranga
Direttore generale Asl Roma 4