30 agosto -
“Credo sia opportuno che la politica faccia un passo indietro nel rispetto delle prerogative della scienza”. Così
Filippo Anelli, presidente Omceo Bari e vice segretario nazionale Fimmg, interviene con una nota di fronte all’ennesima bufera di polemiche scatenate dalla posizione del Presidente della Puglia,
Michele Emiliano, rispetto alla legge sull’obbligo vaccinale.
L’ 8 Luglio 2016, lontano dalle polemiche politiche che la Legge sui vaccini ha scatenato, la professione medica ha già espresso la sua posizione rispetto all’obbligo vaccinale: “Nella storia della medicina i vaccini rappresentano una delle più grandi vittorie sulle malattie e sono tra i presidi più efficaci mai resi disponibili per l’uomo” si legge nel documento pubblicato oltre un anno fa dalla Fnomceo richiamato da Anelli nella nota. “La scienza – che l’articolo 33 della Costituzione riconosce libera da condizionamenti – ha validato negli anni l’uso delle vaccinazioni, che hanno permesso di debellare malattie un tempo endemiche e di abbattere l’incidenza di menomazioni e della mortalità infantile”.
Da Anelli arriva quindi l’“invito alla politica a rispettare il dettato costituzionale ed ad accettare quanto è stato dimostrato con evidenza scientifica per evitare di prestare il fianco a chi con ingiustificato scetticismo alimenta confusione e paura nei cittadini”.
Nella nota dell'Omceo Bari si afferma come “la Legge sull’obbligo vaccinale avrebbe forse potuto seguire un iter più condiviso, per evitare di alimentare conflitti che non fanno certo bene né alla coesione sociale né alla propensione dei cittadini a vaccinarsi. Tuttavia, ora è il momento di partire dalla verità riconosciuta dalla comunità scientifica per tutelare la salute pubblica come bene comune e creare consenso attorno ad una norma giusta, attraverso la corretta informazione dei singoli. I medici sono pronti come in passato a svolgere questo importate ruolo di assistenza per rispondere a dubbi e timori dei pazienti e far comprendere loro perché vaccinarsi è una pratica di civiltà, sicura ed efficace, che tutela se stessi e gli altri, in particolare i soggetti più deboli”.
“Non comprendo come in nome di una libertà individuale illimitata e non motivata si possa consentire a qualcuno di mettere in pericolo la collettività – conclude Anelli - e in particolare si possa minacciare la salute dei soggetti più fragili, quelli che la nostra società dovrebbe maggiormente tutelare, perché sulla difesa dei più deboli si misura la nostra civiltà”.