11 aprile -
"Forse suggestionato dalla prossima festività pasquale il presidente Zingaretti ha pensato bene di resuscitare per la terza volta in questa legislatura il 'progetto per abbattere le liste d’attesa', la classica operazione zingarettiana utile solo a rimediare qualche titolo entusiasta sulla stampa e gettare ancora più fumo negli occhi dei cittadini. Quello presentato oggi è semplicemente un evento a termine, un’iniezione di liquidità per limitare un’impasse che ha invece natura strutturale". Lo ha dichiarato Devid Porrello, consigliere del M5S.
"Del resto è partito nel 2013, con il Piano Regionale per il Governo delle liste di attesa approvato con il DCA U00437, poi il piano straordinario per le liste di attesa che stanziava €7ML, ed ancora nel 2016 con il DCA U00211 che applicava il piano regionale. Singolare sono le ovvietà pronunciate in merito al divieto di chiusura delle agende, che già sussiste per legge nazionale anche se non è mai stata applicata nel Lazio, visto che il RECUP non effettua prenotazioni sulla specialistica ambulatoriale qualora l’attesa superi un anno. Del resto gli interventi necessari, quali applicare le previsioni normative in merito alla limitazione della Libera Professione per favorire e programmare l’attività istituzionale, sono ben lontani e benché siano state anche ratificate le Linee guida sull’ALPI non è stato prevista alcuna leva di riscontro sull’operatività delle Aziende sanitarie, visto che i Direttori Generali dichiarano di permettere ancora il libero arbitrio senza temere alcuna lesione nè della propria remunerazione di produttività nè la rimozione per mancato conseguimento degli obiettivi. Dispiace che, nonostante tutto, Zingaretti preferisca gli annunci ai fatti, ma questo è il Lazio che ci lascerà quando sarà finita questa legislatura, una regione dove bisogna immaginare perché di realizzato non c’è nulla."
11 aprile 2017
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