2 marzo -
Per il Gruppo Area Popolare alla Regione Puglia "il piano di riordino ospedaliero varato con delibera dalla giunta regionale, pur rivedendo in maniera profonda la bozza presentata in Commissione, presenta ancora luci e ombre".
"Il confronto con i territori e i rappresentanti istituzionali - scrive il gruppo in una nota - è stato tardivo, e il risultato finale evidenzia una sostanziale disomogeneità. Se in provincia di Foggia si è registrato un deciso passo indietro rispetto a quanto già in precedenza elaborato, tenendo doverosamente conto della particolare estensione e della geomorfologia del territorio, e delle difficoltà nei collegamenti, non altrettanto si è registrato nella provincia di Taranto che, pur in una situazione critica dal punto di vista ambientale (che avrebbe meritato la caratterizzazione di un polo oncologico di eccellenza) e di domanda inevasa di salute, appare penalizzata da scelte che rimangono discutibili, in particolare riguardo a declassamenti di dubbia comprensione anche prendendo in considerazione i criteri meramente ragionieristici che avevano improntato la prima stesura del Piano. Così come le chiusure degli ospedale di Terlizzi e Triggiano, in provincia di Bari, pur ampiamente annunciate, sono motivo di allarme e preoccupazione per le comunità locali. Così come l’orientamento emerso per la Bat, per la provincia di Lecce, per quella di Brindisi, che avrebbe meritato una riflessione ben più articolata".
"Attendiamo quindi - prosegue il gruppo di Area Popolare - il passaggio in Consiglio regionale per un ultimo, decisivo confronto. Per conoscere modalità e tempi delle riconversioni annunciate, alla luce di quanto avvenuto con il precedente Piano di riordino ospedaliero, che ha visto intere comunità costrette a subire tagli dolorosi in attesa di servizi alternativi che non sono – ancora e/o mai – arrivati. Per sapere come verrà mantenuta la promessa del Presidente Emiliano di rafforzamento dei presidi di base, con quali modalità operative e con quali risorse, perché in una materia così delicata gli annunci non possono e non devono bastare. Ancora, come verrà mantenuta l’altra promessa di mantenimento degli attuali servizi anche negli ospedali declassati. E come verranno garantite risposte finalmente efficaci per arginare il fenomeno della mobilità passiva, di cui nel Piano di riordino non riusciamo a scorgere alcuna traccia. Perché - conclude la nota -, come abbiamo sempre ribadito in osservanza anche delle normative ministeriali, l’assistenza ospedaliera deve essere garantita a chiunque in qualsiasi angolo di territorio, senza discriminazioni e penalizzazioni inique e ingiustificabili; destinate inevitabilmente a indurre i cittadini a recarsi altrove, alla ricerca di un’assistenza più tempestiva ed efficace, con ulteriori, profonde ripercussioni per il bilancio regionale”.