9 novembre -
“La sanità moderna richiede medici sempre più specializzati in grado di lavorare in modo integrato con tutte le altre figure professionali che possono concorrere a una maggiore continuità assistenziale e di presa in carico del paziente”, per questo l
’esposto dell’Ordine dei Medici di Bologna appare “anacronistico e sbagliato”. Ad affermarlo è Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza, segretario nazionale Fp-Cgil Medici.
“Il cambiamento –affermano i due sindacalisti –, già in fase avanzata nei Paesi anglosassoni, riconosce agli infermieri, ai fisioterapisti e alle altre figure professionali sempre maggiori competenze – intese come conoscenze, abilità e comportamenti - sulla base di percorsi formativi e abilitativi. Figure che collaborano con il medico in una organizzazione più funzionale ai bisogni del paziente. L’evoluzione della medicina assegna al medico ruoli, funzioni e competenze sempre più specialistiche e complesse. L’affidamento condiviso ad altre figure professionali di atti più semplici in seguito a un'appropriata formazione e con una definizione chiara delle responsabilità – secondo Taranto e Cozza - non può che migliorare l’appropriatezza e rappresenta una opportunità”.
E quelli delle Regioni Emilia Romagna e Toscana sono “protocolli condivisi” in cui “viene riconosciuta agli infermieri una specifica autonomia operativa nell’ambito di un’adeguata formazione ed organizzazione”. Elementi che, secondo Cozza e Taranto, rendono l’esposto dell’Ordine dei Medici di Bologna appare “anacronistico e sbagliato”.