9 gennaio -
“Se si tagliano i posti letto prima di aver dotato il territorio dei servizi adeguati, questo è il risultato. E Roma ne è in questo momento esempio lampante, a pagarne le conseguenze sono i cittadini”, questo il commento di Giuseppe Scaramuzza, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva in riferimento a quanto sta accadendo nei Pronto soccorso romani.
“Da almeno due anni denunciamo lo stato di emergenza dei pronto soccorso, non solo nella capitale, e la carenza nell’assistenza territoriale”. Alcuni dati: i cittadini che si sono rivolti al servizio di consulenza, informazione e tutela PIT salute hanno denunciato problemi nell’assistenza ospedaliera con un aumento delle segnalazioni dal 7,2% del 2010 al 7,4% del 2011. I cittadini segnalano, in particolare, disagi nei settori delle emergenze-urgenze (118 e Pronto Soccorso) con un dato elevato e costante: 41,4% nel 2010 e 43,8% nel 2011, con poche vetture attrezzate e medici a disposizione. E facendo riferimento al solo Lazio, le segnalazioni sulla rete dell’emergenza e del Pronto soccorso sono passate da poco più dell’1% nel 2010 a ben l’11% nel 2011.
“La vera emergenza del Lazio – continua Scaramuzza - è la mancanza di strutture sanitarie territoriali di prossimità, dove le persone con piccoli problemi, come punti di sutura o una colica renale o malanni stagionali, possono recarsi senza aspettare ore o giorni interi come nei pronto soccorso dei grandi ospedali. Questi sono gli impegni che chiediamo ai candidati alla presidenza della regione Lazio. Chiediamo inoltre a tutte le parti politiche di non strumentalizzare questa situazione di difficoltà per i cittadini e per chi lavora nei pronto soccorso. In questi ultimi 10 anni ci sono state tante promesse mai mantenute da nessuno. Solo riduzione e chiusura di strutture senza dare in cambio assistenza territoriale ai cittadini”.
Sul sito dell’associazione alcuni dati relativi ai tempi di attesa nel pronto soccorso e alle carenze dei reparti di osservazione breve evidenziati dal monitoraggio effettuato dal Tribunale per i diritti del malato.