20 febbraio -
“Lo ripetiamo anche oggi dopo il gravissimo episodio del Policlinico come avevamo affermato per il San Camillo: non sono casi isolati. Si tagliano in modo indiscriminato posti letto ospedalieri ma non si costruiscono reali alternative sul territorio aperte h24 a partire dalla valorizzazione di tutti i medici convenzionati. Il sovraffollamento nel pronto soccorso provoca tanti danni anche poco visibili come circa il 7% dei cittadini che torna a casa senza essere visitato, ricoveri ‘in appoggio’ nei reparti non appropriati per la patologia presentata, rischio di aumento della mortalità per chi ha necessità di terapie intensive, blocco delle ambulanze: solo a Roma nel 2009 sono state ferme al pronto soccorso circa 200mila ore. Serve un Patto tra Governo, Regioni, sindacati e rappresentati dei cittadini che fermi una politica di tagli che sta portando ad una situazione intollerabile, in particolare nelle Regioni sottoposte a Piani di Rientro. E’ tempo di fermare il degrado”. Così Cecilia Taranto, segretaria nazionale Fp Cgil, commenta le notizie sulle condizioni di lavoro e di attesa per i pazienti al Policlinico Umberto I di Roma.
“Dobbiamo salvare il servizio pubblico da una deriva aziendalistica di tipo ragionieristico – aggiunge Taranto - partendo dal dato troppo spesso dimenticato che in Italia per la sanità già spendiamo poco meno della media dei paesi Ocse”.
“Perché non prendiamo ad esempio il Regno Unito - dichiara Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici - dove si è concordato che entro 4 ore il paziente deve essere comunque valutato, dimesso o ricoverato ? Questo accade nel 90% dei casi ma a parità di popolazione nel Regno Unito c’è un accesso al pronto soccorso minore di circa un terzo rispetto a nostro paese. Allora salvaguardiamo o i posti letto appropriati e potenziamo il territorio”.
“La tutela della dignità delle persone viene prima di tutto - conclude Cozza - e questa va di pari passo con la tutela della professionalità di migliaia di medici ed infermieri che quotidianamente sono in prima linea, troppe volte con risorse insufficienti”.