28 giugno -
“Avevamo avvertito Zaia: la Regione non può mettere a carico dei Fondi Lea il pagamento dei docenti del corso di laurea in Medicina di Treviso; la Corte Costituzionale ha reso certezze i nostri dubbi. Il presidente però ha preferito tirare dritto, attaccando il Governo e nascondendosi dietro la necessità di rafforzare la formazione sanitaria vista l’emergenza Covid”. È il commento della vice capogruppo PD
Vanessa Camani in merito all’accoglimento da parte della Consulta del ricorso presentato dalla presidenza del Consiglio dei ministri.
“Ma il tema - spiega Camani nella nota
- non è il corso, sulla cui importanza siamo d’accordo, bensì come finanziarlo. Adesso, quindi, si apre un problema: l’Università di Padova ha stanziato risorse e messo personale per organizzare il tutto, Zaia trovi quindi i soldi e la smetta con questa superficiale propaganda che fa soltanto danni”.
“La sentenza - conclude la consigliera veneta - conferma che la Regione ha il potere di definire l’attivazione del corso universitario e di stanziare risorse per il pagamento dei docenti, ma non può sottrarle da quelle destinate all’assistenza dei cittadini. Il Fondo sanitario regionale è vincolato al finanziamento delle prestazioni previste dai Lea, la cui determinazione è di competenza statale. Con questo contenzioso ci rimettono tutti: Università, sanità e, più in generale i veneti, perché andare per vie legali non è gratis. Sarebbe stato sufficiente modificare la norma finanziaria un anno fa per evitare il caos, ora diventa obbligatorio. Il corso di laurea serve, Zaia e la sua Giunta trovino le risorse”.