16 novembre -
“I cittadini chiedono una cosa semplice: di poter parlare con il proprio medico di medicina generale e di avere, lì dove necessario, l’assistenza domiciliare. La sentenza del Tar del Lazio non tiene conto del mutato quadro della pandemia e del ruolo che devono avere anche i medici di medicina generale (MMG) nel rafforzare la rete territoriale di assistenza. E’ un passo indietro rispetto al nuovo accordo nazionale sottoscritto dalle principali sigle dei medici di medicina generale e dal Ministro Speranza. Pensare di suddividere come fa il Tar l’assistenza domiciliare da COVID a non COVID destinando esclusivamente agli MMG solo quest’ultima, non solo non tiene conto di un quadro di cronicità e pluripatologie presenti soprattutto nelle fasce di popolazione più anziana, ma tecnicamente significa non garantire alcuna assistenza domiciliare. Pensare di gestire gli oltre 600 mila in isolamento domiciliare in Italia e gli oltre 60 mila nel Lazio solo con le Unità mobili USCA-R vorrebbe dire avere a disposizione una platea di oltre 10 mila operatori, stante l’evoluzione della pandemia. Questo ovviamente non è né possibile e né praticabile. Ricorriamo in Consiglio di Stato affinché si possa sospendere la sentenza del Tar del Lazio, che rischia di bloccare l’assistenza domiciliare COVID creando un danno irreparabile in un momento in cui il servizio sanitario regionale sta combattendo una battaglia durissima per difendere Roma e il Lazio”.
Lo dichiara l’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato.
D’Amato poi replica anche alla Fnomceo: “Voglio dire sommessamente al Presidente FNOMCEO Anelli che nell’attuale quadro pandemico nazionale la proporzione pensata a marzo scorso nella prima fase dell’epidemia per le USCA-R, ovvero una ogni 50mila abitanti, è assolutamente insoddisfacente oggi. Questo significa dire che gli oltre 600 mila in isolamento domiciliare in Italia e che sono destinati ad aumentare, siano assistiti solo dai mille volontari delle USCA-R anziché, anche, dai 50 mila medici di medicina generale. Trovo tutto ciò irrazionale. Noi nel Lazio siamo ben oltre la soglia prevista dall’indicazione nazionale avendo reclutato tre volte ciò che era indicato e nella nostra Regione non vi è stato alcun decesso tra i medici di medicina generale e finora nessun caso di positività tra gli operatori delle USCA-R. Qui è richiesto uno sforzo unitario se non vogliamo abbandonare a se stessi coloro che sono in isolamento domiciliare o scaricare tutto sugli ospedali”.