1 marzo -
“Lo Smi (Sindacato Medici Italiani) della Regione Umbria si batte, da tempo, per la pubblicazione delle zone carenti di 118, secondo quanto previsto dall'Accordo Collettivo Nazionale. Aspettiamo che tali zone siano definite da circa sei anni, per valutare quanto sia il fabbisogno di personale medico e sanitario per la medicina d’urgenza in tutta la regione. Per questo la decisione della Terza commissione consiliare regionale, di approvare all’unanimità la risoluzione a riguardo i medici precari del 118 che impegna la Giunta a promuovere azioni presso il Governo per trovare soluzioni e strumenti idonei ad avviare un processo di stabilizzazione del personale medico precario di emergenza e urgenza, rappresenta un primo passo importante”. Ad affermarlo, in una nota,
Maurizio Lucarelli, segretario regionale Smi Umbria.
“E’ giunto il momento che ai medici con incarico a tempo determinato sia riconosciuto la possibilità di una stabilizzazione; ma la normativa vigente non prevede nulla per i medici che non abbiano il titolo specifico per concorrere alle zone carenti. Questa impasse, che penalizza la medicina di emergenza e il 118, mettendo a rischio la salute dei cittadini, può essere superata anche con un atto politico regionale che riconosca il lavoro di quei medici che per anni ha sostenuto un servizio medico essenziale per tutta la comunità umbra, come il 118” aggiunge il segretario regionale umbro dello SMI.
“Si metta fine a un’odiosa situazione di precarietà in sanità e si garantisca la salute di tutti i cittadini umbri” conclude Lucarelli.