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QS Edizioni - giovedì 18 luglio 2024

Sanità animale. Novità nel nuovo Pssr. Ma sull’estensione dell’orario i veterinari restano critici

19 dicembre - A partire dal prossimo anno anche in campo della Sanità animale ci saranno delle grosse novità. Se ne era parlato la scorsa settimana sulla possibilità che la Regione inserisse nel nuovo Pssr un articolo che prevedeva l’estensione dell’orario di servizio istituzionale alle ore notturne e festive. “Tale previsione – spiegava il presidente di Fvm Veneto, Franco Cicco – rappresenta per la Federazione veterinari e medici un inaccettabile tentativo di intervenire sulla regolazione del rapporto di lavoro, modificando illegittimamente aspetti rimessi in via esclusiva alla disciplina nazionale di legge e contrattuale”.

Al di là del legittimo disappunto, ci si chiede cosa succederebbe operativamente se venisse approvato questo articolo. Fa sapere il Presidente dell’Ordine dei veterinari di Verona, il Dott. Fabrizio Cestaro che nella pratica non si è poi molto distanti da ciò che sta chiedendo la Regione. “Il punto non è se fare le notti o le domeniche, il punto è se dovessimo fare un orario più ampio, dovremmo essere chiamati parte in causa e sederci attorno ad un tavolo a discuterne. E’ più che normale, se la Regione ci vuole estendere l’orario di lavoro a notte e festivi, a cambiare non dovremmo essere solo essere noi, ma tutto il modello organizzativo: maggior personale, più giorni di riposo, riconoscimento dell’orario e, tanto altro ancora come tutti i medici del mondo”.

Attualmente, i medici veterinari che nei vari macelli prestano servizio di controllo della carne, per contratto iniziano il lavoro alle 6:00 del mattino. Però non sempre è così. “Ci sono dei macelli, che hanno necessità di spedire il macellato alle 4:00 del mattino e magari di lunedì... In questi casi, noi veterinari iniziamo anche alle 3:00 del mattino a controllare la carne, ovvero prima della stessa spedizione”.

L’altra novità importante è che dal prossimo mese anche i veterinari avranno l’obbligo di emettere la ricetta elettronica; tutti gli allevamenti hanno una identificazione informatica sui loro animali. Un esempio per tutti potrebbe essere dato dal bovino, la cui nascita viene identificata con un marchio oricolare e trasmesso alla banca dati dell’anagrafe nazionale zootecnica. La ricetta elettronica va a completare la tracciabilità dell’animale e dell’assunzione di tutti i farmaci che nell’arco di una vita quel dato ’animale può assumere.

“Un grosso passo aventi - dice Cestaro – che crea non solo tracciabilità ma anche sicurezza alimentare per tutti. Con la ricetta elettronica, si ha la quantità di farmaci che l’animale assume, inoltre si può capire che farmaci vengono usati e valutare se l’allevamento assume più o meno farmaci nella media. Quindi, serve anche a capire la gestione dello stesso allevamento”.

Endrius Salvalaggio
19 dicembre 2018
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