28 giugno -
Gentile Direttore,
è da poco uscita la rivista
Monitor 45 di Agenas che ha spiegato nel dettaglio vari capitoli del PNRR e nel leggere in particolar gli investimenti della componente due della formazione, son usciti fuori degli errori metodologici di calcolo non indifferenti che riguardano da un lato il calcolo necessario al numero di Medici di Famiglia dei prossimi anni e dall'altro lato il numero di borse di formazione che verranno finanziate con il budget previsto.
Avevamo tutti letto con stupore quella frase sul vostro giornale: "
Meno medici di famiglia e più infermieri". Pensando a chissà quale riforma che stesse per investire la Medicina Generale, al task shifting magari, e invece è basta leggere questo approfondimento di Agenas per renderci conto che l'errore era semplice, eccessivamente banale.
Il Numero di Medici di Medicina Generale, che ad oggi scrive Agenas è di 42.000 circa viene ricalcolato in 34.600 unità in quanto viene calcolato sulla base NON del Rapporto Ottimale (1.000 con variabilità regionale del 30%) ma del MASSIMALE DI SCELTA (1500).
Questa differenza è sostanziale e ci pone due questioni:
1) Chi ha scritto il PNRR è consapevole della differenza fra Rapporto Ottimale (strumento programmatorio dei medici di medicina generale) e Massimale di Scelta? (che appunto è il massimo numero di pazienti ascrivibili a un MMG).
Se ne è consapevole, La sfida del PNRR è di spopolare le aree rurari/montane e piccoli comuni aumentando il Rapporto Ottimale da 1000 a 1500 e il Massimale di scelta a 2000 magari? E in questa maniera si vorrebbe potenziare il territorio e raggiungere l'obiettivo di domiciliarità e prossimità?
Se non ne è consapevole non vado oltre, ma faccio notare come si tenga in considerazione solo un settore della Medicina Generale (quello dei medici di famiglia) ma non si conti per nulla il settore della Continuità Assistenziale, o quota oraria se vogliamo, che forse è il settore più centrale nella riuscita del PNRR per perseguire gli obiettivi di Residenzialità (ODC; Case di Comunità, Hospice, Cure Intermedie) e Domiciliarità, eppure nel calcolo del fabbisogno non vengono menzionati (parliamo di ulteriori 16.000 medici sul territorio nazionale che dal rapporto Agenas pare non esistano proprio).
E per quanto riguarda il finanziamento delle borse di formazione?
Qui il discorso si fa più tecnico. Me ne rendo conto. Forse troppo tecnico anche per Agenas che non si è resa conto che il Finanziamento della Medicina Generale è un finanziamento che fa parte di un Fondo Vincolato all'interno del SSN e che ha delle "regole" precise e queste regole (o voci di spesa) in qualche maniera "erodono" il finanziamento totale andando a gravare la singola borsa di studio di due costi:
1) l'IRAP (8,5%) sulla borsa
2) il
Costo di Organizzazione dei Corsi (costo variabile ma in media circa 1000 euro borsa annua, almeno cosi han detto le regioni
nel riparto del fondo per il DL Calabria 2019)
Non mi dilungo poi sulla voce della “Compartecipazione della Sicilia” che rappresenta un bonus per le regioni (non essendo rendicontato e riutilizzato per nuove borse di formazione) e di fatto de-finanzia ulteriormente quel fondo, così come devo constatare non si faccia minimamente cenno al recupero dei Fondi per le borse abbandonate che ancora una volta rappresentano “bonus” alle regioni che non dovendo rendicontarle ne trattengono tutto il finanziamento residuo delle 3 annualità non spese, appunto per abbandono.
Resto comunque stupito e amareggiato di come un passaggio cosi importante di risorse per la nostra sanità che dovrebbe rivoluzionare il territorio possa partire con queste gravi mancanze.
Che il "pacco regalo" del PNRR (sul territorio), da fuori, possa essere anche bello a vedersi non v'è dubbio, ma ad oggi per me rimane ancora un grande contenitore... senza contenuti.
Claudio Cappelli
Segretario Provinciale FIMMG CA - Ascoli Piceno