9 giugno -
Gentile Direttore,
l'esperienza della Pandemia è in una nuova fase evolutiva. Si attenua la presa sugli ospedali degli ammalati Covid e si possono riprendere le "normali" attività. Con quali energie? Le assunzioni nei reparti Covid non sono state adeguate alle esigenze e a causa delle gravi carenze preesistenti, soprattutto i Medici e gli Infermieri, sono stati costretti a turni logoranti e insopportabili, con blocco delle ferie, dei riposi, dei recuperi, senza festività. I contratti di lavoro, ma solo per alcuni, sono diventati carta straccia, senza diritti e senza tutele.
Ma adesso si torna alla "normalità", affrontando l'estate, il prevedibile aumento del carico di lavoro dovuto alle ferie degli altri, al recupero delle liste d'attesa ferme da oltre un anno, all'abbandono dei malati cronici. Chi dovrà garantire questa normalità? sempre i soliti, quelli che hanno sfidato il virus, rischiando sulla propria pelle prima l'infezione, poi l'infarto per le condizioni di lavoro. Tanti i morti fra di noi, e non solo di Covid.
Occorre riempire subito i vuoti negli organici. Governo, regioni, commissari devono rendersi conto che. soprattutto al Sud e nella mia Calabria, con un contingente di medici anziani, stanchi, spesso malati, il sistema sanitario rischia il collasso, rischia di fallire miseramente il suo compito e di non garantire non solo i livelli essenziali di assistenza ma neanche le più gravi urgenze ed emergenze, se non si pone subito rimedio, non solo alla carenza degli organici, ma anche alla fuga di tanti operatori esausti verso la pensione o un altro lavoro più gratificante e sereno.
Forse non ci si è resi conto che la misura è ormai colma e non c'è spazio per tergiversare. Chi ha la responsabilità della gestione del sistema sanitario deve agire immediatamente a tutela della salute pubblica e degli operatori che devono garantirla. Il Sindacato non potrà più transigere di fronte alla violazione dei diritti ed alla sospensione delle tutele, applicate a molti e bloccate ai pochi che "sanno" e quindi "devono fare".
Il regime della Schiavitù in Sanità deve finire. Qualcuno pensa che con i pochi, ridicoli, soldi stanziati, a mai erogati in alcune Regioni come la Calabria, a favore degli operatori Covid, si possano compensare gli enormi sacrifici dei medici e degli altri operatori sanitari, separati dalle famiglie per ridurre il rischio di contagio, oberati di lavoro, straziati dalla sofferenza dei malati privi del supporto familiare e faccia a faccia con la sofferenza e la morte. Solo chi ha operato negli Ospedali a fianco delle povere vittime del virus conosce il vero volto della pandemia.
Per molti questa è stata solo un insieme di limitazioni della libertà, un danno economico, un sopruso dello stato. Per noi è stata un'esperienza paragonabile a quella di una guerra combattuta a mani nude contro un nemico invisibile ed implacabile, assistendo all'annientamento di persone fragili e non, alla loro sofferenza, talvolta prolungata e ad esito infausto. Non vogliamo ringraziamenti o denaro: vogliamo solo recuperare la nostra dignità, i nostri diritti, un giusto ed adeguato riposo per recuperare la nostra salute fisica e mentale.
Dott. Valerio Manno
CGIL Medici - Vibo Valentia