26 marzo -
Gentile Direttore,
ad ormai un anno dall'inizio della pandemia Le propongo alcune riflessioni sul ruolo del teamwork come fattore di resilienza del sistema sanitario in tempi di prolungata emergenza. La pandemia da Covid-19 sottopone da mesi il personale sanitario al front-line a livelli di stress senza precedenti.
Questa situazione perdurante risulta virtualmente intollerabile a livello individuale come documentato da livelli elevatissimi di burnout nel personale sanitario, cosicché la capacità di un team di funzionare in maniera efficace emerge come fattore principale di resilienza per l'intero sistema.
Sebbene in emergenza si tenda a collaborare di più (anche in contesti dove meno ce lo si aspetterebbe), il gioco di squadra rischia comunque di rimanere inefficace se non viene nutrito e sostenuto con gli strumenti corretti.
Uno degli elementi cruciali che facilita e sostiene il gioco di squadra è la presenza e l'aggiornamento di un modello mentale condiviso (Shared Mental Model) a cui i membri del team possano fare riferimento. Un modello mentale condiviso significa interpretare la realtà e le situazioni allo stesso livello di concettualizzazione, in funzione di un obiettivo e di regole del gioco anch’esse condivise, il che permette un adattamento rapido a situazioni continuamente in evoluzione.
Un esempio pratico può essere il modello mentale condiviso per cui a molti professionisti sanitari viene richiesto di operare ai confini o al di fuori delle proprie aree di competenza in supporto ai reparti Covid; in questi reparti ci si aspetta che i team leader siano - in linea di massima - dei rianimatori, pneumologi, o infettivologi, che i membri del team siano perfettamente allineati sugli obiettivi nonché sui protocolli operativi e che condividano un’attitudine di mutuo supporto e di comunicazione aperta.
Durante la pandemia, le situazioni continuano ad evolvere rapidamente, da cui il rischio che i membri di un team possano andare “fuori sincrono” in termini appunto di obiettivi, ruoli e responsabilità; per cui mantenere aggiornato e ragionevolmente accurato il modello mentale condiviso diventa di primaria importanza.
In questo contesto, l'utilizzo di brevi ma regolari meeting di mutuo aggiornamento del team (huddle, brief), così come il mantenimento di una struttura standard rigorosa per effettuare le consegne aiuta tutti i membri del team a rimanere aggiornati circa le informazioni disponibili, allineati sugli obiettivi e quindi nutrire e mantenere un modello mentale condiviso.
Alla necessità di essere efficaci a livello granulare, corrisponde la necessità che l'attività dei vari team sia coordinata al fine di rispondere ad una strategia a livello superiore. A questo riguardo, la pandemia ha reso drammaticamente evidenti una serie di vulnerabilità dei sistemi sanitari il più evidente dei quali risulta essere l’assenza di un modello mentale condiviso tra dirigenza amministrativa (espressa attraverso gli innumerevoli strati burocratici) e lo staff clinico che lavora sul campo.
Ricomporre questa frattura generando un modello mentale condiviso e aggiornato di sanità sarà il primo passo necessario per poter affrontare le sfide che riguardano il prosieguo della gestione della pandemia, il recupero delle prestazioni sanitarie accumulate causa Covid-19, nonché il ritorno a un’operatività ordinaria efficiente e di qualità.
Carlo Benzoni, MD
Consultant Surgeon, UK | Founder, Quality Improvement Italia