8 marzo -
Gentile Direttore,
non sono d’accordo, anzi, non siamo d’accordo sulla
analisi del caro amico Geddes. La sua esperienza professionale all’interno dell’apparato del SSN lo ha sempre posto da una parte del servizio. Non ci si può accorgere delle debolezze (vere o ritenute vere) del sistema.
Da sempre la medicina generale è stata lasciata alla autoorganizzazione professionale, senza una reale politica di investimenti in personale, in strutture e chiara definizione di compiti e funzioni. Sicuramente la decisione di vaccinare o meno non può essere opzionale, ma devono esserci le condizioni ambientali ed organizzative.
A Massa Carrara è stato negato lo spazio dell’ente fiera di Carrara perché non idoneo e rispondente alle caratteristiche sanitarie ,e come facciamo a costringere medici singoli e no che operano in condizioni di precaria organizzazione professionale ed ambientale?
Facciamo un discorso degli investimenti sul territorio che sconta ritardi drammatici rispetto al sistema organizzativo di secondo livello (che purtroppo ha dimostrato di avere anche in quel caso delle carenze drammatiche).
Tornando al problema degli 80 enni, il sistema con grande impegno della categoria, con una organizzazione che dire barocca sarebbe benevola ,con un sistema informatico da terzo mondo e che impegna in maniera inutilmente dispersivo il tempo vaccinale,è partita e la copertura anche se non ottimale copre tutte le dosi messe a disposizione (quindi carenza del farmaco non dell’impegno).
Carenza delle dosi , difficoltà organizzative (informatiche e distributive) non possono essere imputate ai medici di famiglia che operano ed hanno operato in condizioni drammatiche (lo dimostra l’alta percentuale di MG deceduti per Covid,ed per loro chiediamo rispetto).
Sicuramente sarà l’occasione di riflessione per sgombrare il campo fra i compiti e funzioni e definire modalità per esercitare una medicina generale non più ancillare ma protagonista dell’assistenza con parità di strumenti.
In conclusione ricordo che le aziende hanno convocato loro direttamente i superfragili, che fra morti, già vaccinati e altre incongruenze ha dimostrato la fragilità dell’apparato e non della medicina generale.
Non abbiamo bisogno di schiere di vaccinatori (sempre colleghi ben accetti) ma di dosi di vaccini che siano maneggevoli ed in quantità idonea.
La medicina generale c’è e ci sarà.
Mauro Ucci
Presidente regionale Fimmg della Toscana