16 febbraio -
Gentile Direttore,
in questi ultimi mesi si parla tanto di vaccini, a chi dare la priorità e quale tipo. Ma soprattutto ci sono tanti errori, forse troppi, anche per un paese come il nostro, commessi senza che nessuno se ne assuma la responsabilità.
Non voglio entrare nel merito delle decisioni prese dal comitato scientifico e dal ministero, anche se ho i miei dubbi nel pensare che un dermatologo ospedaliero abbia un rischio di esporsi al virus (e di diffonderlo quindi alla popolazione) maggiore di un insegnante della scuola dell'obbligo, o di un dentista libero professionista, ma il punto non è questo, una commissione si è formata e una decisione è stata presa. Un piano vaccinale è stato emesso, giusto o sbagliato che sia, e va rispettato.
La fase 1 prevedeva la somministrazione del vaccino a m-RNA per gli operatori sanitari e socio assistenziali del servizio pubblico che NON è stata terminata, contrariamente a quanto sbandierato dalla regione Lazio. Anzi, stanno proponendo a chi è rimasto fuori il vaccino astrazeneca (che non è m-RNA).
Le "raccomandazioni ad interim dei gruppi target" dell'8 febbraio 2021, promossa dal ministero cita : Pagina 3:
"Tenuto conto di tali indicazioni, potrà quindi da subito essere avviata, in parallelo a quella dei soggetti prioritari della prima fase (con i vaccini a mRNA), la vaccinazione dei soggetti di età tra i 18 e 55 anni con il vaccino AstraZeneca, a partire dal personale scolastico e universitario docente e non docente, le Forze armate e di Polizia, i setting a rischio quali penitenziari e luoghi di comunità e il personale di altri servizi essenziali". Pagina 6: ULTIMATA la vaccinazione di fase 1 (operatori sanitari e socio assistenziali), nella fase 2 si darà priorità a soggetti fragili: "riservando il vaccino di AstraZeneca alla categoria 6". "Categoria 6: Le persone di età compresa tra i 18 e 54 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico".
La vaccinazione alla popolazione generale ad alto rischio (come gli over 80) viene definita fase 2 e doveva partire dopo aver terminato la fase 1 anche come è scritto nel bollettino ufficiale emanato dalla Regione Lazio (pag 16, punto 6) che cita: "
L’obiettivo del Piano regionale è definire il modello organizzativo per la gestione della vaccinazione anti COVID-19 che garantisca il raggiungimento dei gruppi di popolazione target dell’offerta, in base alle priorità definite a livello nazionale e secondo criteri di equità, giustizia, trasparenza e correttezza.
Nella fase I sono state individuate quali categorie prioritarie destinatarie della vaccinazione gli operatori sanitari, sociosanitari e socioassistenziali e i residenti delle strutture per anziani socio-sanitarie e socioassistenziali in coerenza con quanto previsto nel Piano Strategico del Ministero della Salute del 12 dicembre 2020, di cui si è data informativa nella Conferenza Stato-Regioni- province autonome del 17 dicembre 2020 (CSR 235/2020). Con l'aumento delle dosi e delle tipologie di vaccino gli scenari muteranno e di conseguenza saranno previste diverse modalità organizzative utili ad estendere la coorte vaccinale a persone anziane e ad altre categorie di soggetti, oltre al coinvolgimento, ai fini della somministrazione, degli operatori dei centri vaccinali, della sanità militare, dei MMG e PLS, dei medici competenti delle strutture sanitarie investite".
Quello che mi domando è perché nessuno paghi, e nemmeno sì scusi, per le migliaia di dosi di vaccino somministrate impunemente a chi non ne aveva diritto. Parlo degli amministrativi ad esempio: chi doveva controllare che non rientrassero in fase 1? Quello che chiedo è che venga rispettata la normativa, giusta o sbagliata che sia.
O che, in alternativa, qualcuno si assuma la responsabilità di dire: "abbiamo sbagliato, ora non ci sono più i vaccini destinati al personale sanitario come previsto", e riformulare il piano vaccinale.
Annalivia loizzo
Medico in centro accreditato con il SSN ancora senza vaccinazione