29 maggio -
Gentile direttore,
dopo un lungo tira e molla il Governo ha varato il pacchetto di decreti che avrebbe dovuto sbloccare il pagamenti alle aziende creditrici della PA, e quindi delle Asl che detengono la fetta maggiore di debiti verso i fornitori.
Appresa la notizia Fiaso e soprattutto il mondo delle imprese hanno tirato un sospiro di sollievo. Ma è stato appunto il tempo di un sospiro. Sono bastate poche ore per scoprire che tra le pieghe dei decreti si nascondeva un incredibile colpo di coda. Lo sblocco infatti non si applica alle regioni in Piano di rientro. Ossia si è fatta una norma che non si applicherà dove serve.
La “ratio” sembrerebbe quella di sanzionare le Regioni con i conti sanitari non in regola, ma perché penalizzare proprio le imprese che lamentano i maggiori ritardi dei pagamenti? E poi, non sanno all’Economia che così facendo si mandano ancora più in rosso le Asl e gli ospedali in deficit,poiché i ritardati pagamenti costano in interessi di mora e in prezzi “ ritarati” da parte dei fornitori?
E’ sempre il solito Stato, sprecone e taccagno nel soccorrere i deboli, avido – e finalmente efficiente – nell’esigere, lentissimo e formale nel dare.
Sappiamo tutti che l’amministrazione periferica a volte è anche peggiore di quella centrale, ma per farla crescere occorrono esempi di linearità, non ripensamenti bizantini.
Giovanni Monchiero
Presidente Fiaso