13 gennaio -
Gentile Direttore,
la
bozza del nuovo Piano Pandemico prevede che qualora in un prossimo futuro le risorse dovessero mancare, i medici dovranno privilegiare nell’assistenza i pazienti che potranno trarre maggior beneficio dai trattamenti. Posso essere d’accordo che in un contesto in cui i decessi si contano a migliaia ed i posti in terapia intensiva sono limitati, il problema della sopravvivenza sia in primo piano, ma non posso accettare che lo ‘scarto’ venga abbandonato ad una fine orribile.
Non dobbiamo dimenticare i volti di parenti, amici, di conoscenti che si sono ammalati in questi mesi e che non ce l’hanno fatta, morendo tra orribili sofferenze ed in stato di abbandono.
Gli scarti. Come può un Piano Pandemico Nazionale dimenticare che anche i pazienti ‘scartati’, come tutti gli ammalati per i quali le aspettative non possono essere rivolte alla sopravvivenza, devono essere comunque accompagnati verso una morte dignitosa e senza sofferenze?
Come hanno potuto gli esperti non considerare che parallelamente a questa decisione avrebbero dovuto indicare come essenziale il potenziamento della Rete di Cure Palliative a domicilio ed in Hospice? Come si può accettare e perpetrare la dimenticanza dell’accompagnamento al buon morire, già tristemente consumata nel corso dell’attuale pandemia? Come si può omologare la disumanizzazione alla quale abbiamo assistito impotenti, in questi mesi?
E sulle scelte etiche a chi dobbiamo affidarci in caso di valutazione tra chi può essere trattato e chi no? Ad un medico di Pronto Soccorso, ad un Rianimatore? Oppure sarebbe giusto coinvolgere i medici che operano nelle Reti di Cure Palliative che certamente hanno maggiori competenze in questo campo?
Almeno si potenzino le cure palliative. È indubbio che quello espresso nel Piano Pandemico è un parere astratto e formale e non rappresenta né il sentire comune, né l’opinione dell’intera comunità scientifica, né sembra tener granché conto dei principi etici consolidati in materia.
Ed allora, prima che simili abomini in nome di una sorta di “selezione della razza” vengano compiuti, la discussione e la decisione passino al Parlamento, unico luogo rappresentativo della volontà popolare non sostituibile da asettici consessi tecnici.
E sarebbe anche l’occasione opportuna per varare misure incentivanti le cure palliative, tristemente tralasciate in Finanziaria.
Qualcuno risponda..!
Giorgio Trizzino
Camera dei Deputati, Movimento Cinque Stelle