25 maggio -
Gentile Direttore,
ho seguito con molto interesse il dibattito scaturito dalle anticipazioni del suo giornale sulle nuove competenze infermieristiche. Premesso che gli infermieri hanno un campo proprio di attività e responsabilità, definito dai contenuti del decreto ministeriale istitutivo del profilo professionale e dagli ordinamenti didattici del corso di laurea e di formazione post base, nonché dal Codice Deontologico.
Sicuramente conosceremo il pensiero ufficiale, della categoria professionale in oggetto, dalla voce della sua presidente Annalisa Silvestro che ancora non si è espressa. Ho letto le opinioni di quelle categorie professionali e sindacalisti che nel suo giornale hanno trovato spazio, ed ognuno in una dialettica di confronto ha espresso preoccupazioni a difesa delle professioni che hanno il compito di tutelare. Fin qui nulla da eccepire ognuno porta acqua al proprio mulino.
Ma l’articolo “
I costi pubblici occulti delle professioni sanitarie emergenti” del Dottore in Medicina e Chirurgia e Specialista in Anestesia e Rianimazione nonché Presidente AAROI-EMAC Lombardia, Alessandro Vergallo, mi ha spinto ad intervenire solo per dire e ricordare al dottore, l’assistenza infermieristica si differenzia dalla cura medica e se quelle figure che dirigono gli infermieri, per lui sono uno spreco, le posso assicurare che invece sono una risorsa per il SSN, in quanto, sono le uniche ad avere le competenze per farlo (laurea Magistrale in scienze infermieristiche). Magari il dottore nel suo immaginario vede un medico ha dirigere l’assistenza infermieristica, qui gli chiedo con quali competenze?
Se dobbiamo parlare di sprechi, posso ricordare al Dottore che in un articolo del Sole 24 ore di questi giorni si rilevava che rispetto agli standard, parlando di strutture semplici e complesse, ce ne sono 2.835 di troppo per quelle complesse e 14.160 per quelle semplici. Chi è preposto a dirigerle?
Se invece, la preoccupazione del Dottore nasce perché la mancanza di infermieri è palpabile, ricordo ha tutti, che il rapporto medici/popolazione in Italia è il più alto dei paesi europei mentre quello infermieri/popolazione è fra i più bassi.
Forse i numeri, più delle parole, devono farci riflettere sul tipo di assistenza che vogliamo.
Giuseppe Cingari
Coordinatore Infermieristico
AOPP Messina