2 dicembre -
Gentile Direttore,
c'è un settore, quello contrattualizzato in Italia come medicina generale, che continua a combattere con pallottole di gomma e scarpe di cartone contro un nemico invisibile, mortale, malefico. Categoria che lascia sul campo più della metà del totale di tutti i medici, e sono duecentoventidue ad oggi, secondo le stime di Fnomceo, che per gli ammalati hanno lasciato orfane le proprie famiglie, nonostante in estate tutti si fossero dimenticati di quello che avevamo fatto in marzo; e nessuno ci ringraziasse neppure per il lavoro gratuito effettuato nei confronti del personale e docente scolastico, in pieno agosto, che ci ha tolto anche quel poco di ristoro psico fisico di cui tutti avevamo bisogno almeno un mese all'anno.
È lampante che qualcosa non ha funzionato allora e non sta funzionando in questo terribile autunno-inverno, in chi deve governarci e organizzare la sanità tutta. Come Cisl Medici abbiamo cercato di far valere il diritto, per i nostri pazienti, ad un’assistenza migliore, che si traducesse anche in una maggiore responsabilità per il tracciamento di coloro che, asintomatici, potevano rappresentare un pericolo non stimato dai Dipartimenti di Igiene e sanità pubblica.
I nostri presìdi del territorio sono sempre stati aperti H24 7 giorni su 7,con l'assistenza primaria, la continuità assistenziale, l'emergenza sanitaria territoriale, la medicina dei servizi. Le visite domiciliari ai cronici, i medici della Cisl come tutti gli altri, le fanno quotidianamente. Una campagna vaccinale antiinfluenzale senza precedenti, per quantità di stoccaggio, è stata fatta, anche a domicilio, nonostante il covid, nonostante le mancanze negli ordinativi che non spettavano a noi piuttosto alle asl. C’è qualcuno che ci può dire con assoluta certezza che si metterà tutto a posto per l'imminente arrivo dei vaccini anticovid, migliaia di volte più imponente la campagna che li stoccherà?
Abbiamo dato disponibilità, come Cisl Medici di medicina generale, a tamponare antigenicamente, sette giorni su sette i nostri pazienti; abbiamo aperto le porte e le vie telematiche ai pazienti respinti da quelle strutture sanitarie che avevano ridotto l’attività ordinaria a causa del covid, trasferendo la loro conoscenza su televisori e PC.
Abbiamo assolto, noi di Cisl medici di medicina generale, in alcune Regioni e Provincia Autonoma, alle funzioni di delegati degli Uffici sanitari distrettuali, carenti di personale sia amministrativo che specialistico. Per una Legge di Stato ci hanno imposto di rimanere nei nostri studi invece che soccorrere i nostri ammalati covid19 positivi ai loro domicili, essendo stato deciso dal Governo che non dovevamo andarci noi ma medici “speciali” di continuità assistenziale, non incardinati neppure nel nostro contratto di lavoro.
Eppure mancano a tutt'oggi al nostro fianco, perché non è facile rapportarsi direttamente tempestivamente con gli stessi per come sono stati organizzati nelle Asl stesse. E la loro mancanza, per mancato sviluppo del SSN dal 2010 ad oggi, giustifica le nostre morti per esserci presi il Covid19 in mancanza di DPI, che le nostre asl dovrebbero periodicamente ed adeguatamente consegnarci come all'ingresso dei reparti vengono consegnati ai medici ospedalieri?
Eppure insieme a pochi medici dirigenti, con eguale lena e uguale sacrificio, lavorano fianco a fianco medici dell'emergenza sanitaria territoriale convenzionati, che vengono retribuiti un terzo dei primi, senza alcuna indennità dei primi, ma con indennità una tantum anche sottratte inspiegabilmente. Dove è l'eguaglianza di categoria dipendente tra i primi e i secondi, tenute presente le competenze uguali dei secondi nei confronti dei primi?
Non abbiamo mai fatto sciopero, abbiamo lavorato sempre, ci siamo ammalati lavorando sempre con tanta passione, siamo morti anche come medici della Cisl, insieme a tante, migliaia, di altre morti di tutte le altre categorie.
Dott. Nicola Paoli
Coordinatore Nazionale Cisl Medici di Medicina Generale