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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lettere al Direttore

Ingiusto dare riconoscimenti solo a medici e a infermieri

di Cristian Bonelli
18 novembre - Gentile Direttore,
sono un Laureato in Tecniche di Radiologia per Immagini e Radioterapia all'Università degli Studi di Milano con il massimo dei voti. Dal lontano 2005 svolgo con dedizione, passione e, mi permetta, una sana e ormai logora illusione il mio operato al servizio del SSR Lombardo. Mi permetto di scrivere la presente perché non credo sia più possibile rimanere inermi e impassibili al cospetto di una serie di reiterate ingiustizie, sia di carattere economico sia di carattere sociale, che la mia adorata Professione (unitamente a molte altre) da troppo tempo sta ormai subendo: ingiustizie che, dal mio modestissimo punto di vista, non devono e non possono essere il fondamento su cui un grande Stato come la nostra amata Italia può o deve porre le proprie basi.

Se, in maniera del tutto lecita, si sta chiedendo a cosa io mi stia riferendo mi permetto di spiegarglielo nel modo più conciso possibile: mi riferisco alla bozza della Legge di Bilancio 2021 che sta circolando e, in particolare, agli articoli 73 ("Disposizioni in materia di indennità di esclusività della dirigenza medica") e 74 ("Disposizioni in materia di retribuzione degli infermieri del Servizio Sanitario Nazionale) della medesima.

Credo che sia sufficiente leggere i titoli dei succitati articoli per rendersi conto, senza particolari sforzi di carattere intuitivo e/o deduttivo, che la strada che si sta seguendo è quanto di più lontano dalla realtà possa esistere. Non credo assolutamente sia possibile ridurre l'immenso e complicato universo della Sanità a due sole Professioni Sanitarie: quella del Medico e quella dell'Infermiere. Mi viene da chiedermi se chi ha contribuito a tale bozza o qualcuno dei loro familiari abbia mai avuto necessità di usufruire dei servizi del nostro splendido SSN, perché, da come è impostata la bozza di Legge, sembrerebbe proprio di no.

Possibile che chi ci rappresenta, e che quindi dovrebbe avere più di tutti gli altri chiara l'articolazione organizzativa del nostro Paese, ancora creda che la Sanità sia fatta solo da Medici e Infermieri (per quanto figure perno di tutto il sistema)?

Mi permetta di porre alcune semplici domande:
- pensano che sia un Infermiere a sottoporre un paziente a una radiografia, a una TC o a una Risonanza Magnetica?
- pensano che sia un Infermiere a processare e lavorare i campioni biologici nei vari Laboratori?
- pensano che sia un Infermiere a ridare forza a muscoli, polmoni o altri apparati con un lungo percorso di Fisioterapia?
La risposta è molto semplice: la risposta è NO; sono il Tecnico Sanitario di Radiologia Medica, il Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico o il Fisioterapista. E mi permetta di scusarmi con tutte le altre Professioni Sanitarie che non ho nominato per evidenti motivi di spazio e tempo.

Ma credo che questi esempi siano sufficienti per far arrivare il mio messaggio: il sistema Sanità è fatto dai Professionisti Sanitari nel loro insieme e tutti hanno diritto, in qualità di cittadini e di lavoratori, di essere trattati con pari dignità...soprattutto dalle più alte cariche dello Stato.

Non si tratta solo ed esclusivamente di un'ingiustizia economica (il riconoscimento di una retribuzione aggiuntiva a una sola Professione Sanitaria) ma, soprattutto, di un'ingiustizia SOCIALE. Perché non è assolutamente decoroso o rispettoso che le più alte cariche dello Stato Italiano, e di conseguenza la popolazione da essi rappresentata, riconoscano unicamente i Medici e gli Infermieri come la base su cui si fonda il nostro SSN.
Io Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (o altro Professionista Sanitario) ho lo stesso diritto di un Infermiere di veder riconosciuta la mia professione e di sapere che tutti i cittadini ne conoscano l'esistenza e l'importanza...perchè è un diritto di carattere sociale.

Mi permetto di concludere ricordando ciò che mio padre mi disse tanti anni fa: "Con gli ideali non si va da nessuna parte...sono belli e lodevoli...ma il mondo reale non è fatto per gli idealisti". Io invece non ho mai smesso di credere che gli ideali possano e debbano essere uno dei motori dell'operato di un Paese che possa definirsi civile.

Cristian Bonelli
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica - Milano
18 novembre 2020
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