toggle menu
QS Edizioni - lunedì 25 novembre 2024

Lettere al Direttore

Il “mandato zero” per gli Ordini dei medici

di P.G. Albanese, A.R. Sodano
15 settembre - Gentile Direttore,
la scorsa primavera, in piena emergenza pandemica, si sono svolte le "non rinviabili" elezioni per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale della Fondazione ENPAM. Nonostante il ricorso alle votazioni telematiche, la partecipazione al voto, contrariamente alle dichiarazioni dai toni trionfalistici rilasciate da una parte sindacale, dai vertici uscenti dell’ENPAM e della FNOMCeO, si è rivelata a nostro avviso deludente. Infatti, hanno votato circa il 13,6% degli aventi diritto (49.605 iscritti sui circa i 360.000 contribuenti al Fondo Generale "Quota A").
 
Tale risultato appare ancora più deludente se si considera lacategoria dei medici dipendenti da datore pubblico e privato, che ha fatto registrare una partecipazione al voto pari a soltanto circa il 3,7% (5.612 su circa 150.000 contribuenti), con buona pace di quei sindacati ospedalieri che dichiaravano che “Il successo di partecipazione ha visto, tra i protagonisti, anche i medici della dipendenza del pubblico e del privato”. Il voto, invece, ha dimostrato chiaramente la disaffezione dei medici della dipendenza per l’ENPAM, delusi dalla promessa non mantenuta di ridurre la Quota A.
 
A seguire si sono tenute le elezioni del nuovo Consiglio di Amministrazione (CdA) dell’ENPAM ad opera di un’Assemblea Nazionale rinnovata soltanto in parte, limitatamente alla componente elettiva (quella minoritaria), mentre i componenti di diritto (in maggioranza), ovvero i Presidenti degli OMCeO provinciali, si trovavano nell’ultimo anno del loro mandato, risultando comunque determinanti ai fini dell’elezione di un CdA che si apprestava a ricoprire un mandato quinquennale.   
 
E mentre i vertici uscenti dell’ENPAM imponevano lo svolgimento delle prime elezioni della storia della Repubblica celebrate sotto pandemia, quasi in contemporanea il Comitato Centrale della FNOMCeO votava all’unanimità la richiesta di rinvio di un anno delle imminenti elezioni ordinistiche. Ma il maldestro tentativo di presentare in sede legislativa (in seno ad uno dei vari provvedimenti sul COVID-19) un emendamento che, laddove approvato, avrebbe azzerato i mandati precedenti, andava a vuoto per una presa di posizione di alcuni autorevoli Parlamentari.
 
Nel luglio 2020, una Nota del Direttore Generale delle Professioni sanitarie e delle Risorse umane del SSN del Ministero della Salute comunicava alle Federazioni Nazionali che“…relativamente al limite del doppio mandato consecutivo introdotto con la legge 3 del 2018, considerato che il prossimo rinnovo elettorale dei consigli direttivi e dei comitati centrali delle Federazioni nazionali sarà il primo ad aver luogo dopo l’entrata in vigore della menzionata legge, si rappresenta che, sentito l’Ufficio di Gabinetto, coloro che attualmente ricoprono la carica di presidente, vice-presidente, tesoriere e segretario potranno partecipare alla prossima tornata elettorale ed essere legittimante rieletti.”
 
Tale nota interpretativa sembrava legittimare la possibilità a ricandidarsi allo stesso ruolo per quanti avessero già ricoperto per 2 mandati (e più) consecutivi la carica di Presidente, Vice, Segretario e Tesoriere. Tuttavia, l’interpretazione del Ministero della Salute appare confliggere, oltre che con la Legge 3 del 2018, anche con la solidissima giurisprudenza prodotta in esito a dei ricorsi presentati in riferimento alle elezioni degli ordini forensi, nel dicembre 2018, quindi successivamente alla promulgazione della Legge 3 del 2018. Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione sancivano che: “…in tema di elezioni dei consigli degli ordini circondariali forensi … omissis… In base alla quale i consiglieri non possono essere eletti per più di due mandati consecutivi, si intende riferita anche ai mandati espletati anche solo in parte prima della sua entrata in vigore ….omissis…. non sono eleggibili gli avvocati che abbiano già espletato due mandati consecutivi…”. E, successivamente, anche la Corte Costituzionale affermava che «Il divieto del terzo consecutivo mandato favorisce il fisiologico ricambio all’interno dell’organo, immettendo “forze fresche” nel meccanismo rappresentativo>>, bocciandoogni forma di cristallizzazione della rappresentanza.
 
Il 28 Luglio 2020, una circolare della FNOMCeO comunicava l’avvio delle procedure elettorali, con le relative indicazioni operative, per il rinnovo degli organi di governo degli OMCeO provinciali per il quadriennio 21/24, con un mandato incrementato da tre a quattro anni. Questo, nonostante alcune innovazioni introdotte dalla Legge 3 del 2018 non siano state, ad oggi, pienamente recepite tramite decreti attuativi del Ministero della Salute. Un esempio su tutti è quello del rispetto dell’equilibrio di genere e del ricambio generazionale nella rappresentanza, la cui declinazione, nei fatti, né il Ministero della Salute né la FNOMCeO hanno inteso regolamentare, salvo citarli come principi “astratti”.
 
Ci si affaccia, dunque, ad una stagione elettorale minata dal rischio di contenzioso e di paralisi del funzionamento degli OMCeO provinciali. Ed il primo banco di prova si avrà già nei prossimi giorni, in quanto taluni Ordini provinciali, in pieno agosto, hanno convocato le prime assemblee elettorali, a firma di presidenti uscenti, alcuni dei quali si ricandidano dopo aver già cumulato plurimi mandati consecutivi alla guida del loro OMCeO, anche con alle spalle “carriere” trentennali!
 
L’impressione è che la politica non abbia il coraggio di cambiare a causa dell’influenza delle lobbies professionali e che probabilmente dovranno essere i tribunali a fare chiarezza.
 
Pasquale Gianluca Albanese
MD Otorinolaringoiatra
 
Angelo Raffaele Sodano
Odontoiatra Libero Professionista
 
 
 
15 settembre 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata