7 luglio -
Gentile Direttore,
tra le ultime riflessioni di Alessandro Barricco, contenute nella raccolta di “Undici cose che ho capito su questo momento” pubblicata durante il lockdown, il fatto che al netto di tanti aspetti negativi, questa pandemia abbia reso chiaro a tutti che solo nelle situazioni di emergenza il sistema torni a funzionare bene. Il patto tra gente e le élite si rinsalda, si annullano, o quasi, le distinzioni sociali, e campeggia una solidarietà diffusa. Paradossalmente, quindi, si azzerano le distanze.
Ed è proprio dedicato alla
distanza il
supplemento di giugno 2020 di Forward, progetto promosso dal Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio e curato daIl Pensiero Scientifico Editore.
Come sostiene in apertura Antonio Addis (Dipartimento Epidemiologia del SSR, Regione Lazio),
il lockdown ci ha costretti a trovare soluzioni all’emergenza che permettessero comunque al gruppo di lavoro di non perdere l’opportunità di un confronto, seppure a distanza. Quel gesto naturale che ci spinge molte volte a trovare un nuovo sguardo e a vedere le cose in un modo che non avremmo immaginato è proprio quello di prendere la giusta distanza, perché possono bastare pochi passi indietro per intravedere alcuni collegamenti che prima ci sfuggivano e avere la perfetta misura delle cose.
Il nuovo numero di Forward prova a fare proprio questo: mantenere la distanza giusta per offrire nuovi spunti di riflessione e nuovi sguardi sulla complessità di fenomeni e pratiche, nel sociale e in medicina, su cui la pandemia ci ha imposto di ricominciare a riflettere.
Sono tanti gli articoli, i punti di vista e i dati contenuti all'interno di “Distanza”, a partire dalle attente considerazioni di Rodolfo Saracci (ICF- Consiglio nazionale delle ricerche Pisa) sul pre, durante e post-Covid, analizzando l'importanza della prevenzione, che dovrebbe essere concepita come una sorta di principio guida ed essere adottato concretamente dalle policy sulla salute, mentre durante la pandemia emergeva fortemente il concetto di distanza, evidenziando contraddizioni sinistre delle nostre società, con anziani che si spegnevano nel silenzio e nella più triste solitudine nelle RSA, mentre a qualche chilometro di distanza venivano praticate negli ospedali tecnologie avanzate e onerose come l’ossigenazione extracorporea.
Riflessioni amare che ben si sposano con il concetto di paradosso del distanziamento sociale espresso nell'articolo a cura del Prof. Davide Bennato, il quale si domanda i perché dell'utilizzo di tale terminologia, quando forse sarebbe più corretto parlare di distanziamento fisico. Anche perché nell'era post-Covid di distanze social(i), ce ne sono ben poche e grazie alla rete siamo tutti “lontani ma vicini”.
Ma sono tanti, dicevamo, gli spunti interessanti lanciati da questo numero di Forward, particolarmente denso di contenuti. C'è spazio anche, e soprattutto, per i dati e per i numeri, l'aspetto più concreto di questa terribile pandemia. Di numeri si parla già in apertura, con uno specchietto riassuntivo che parte dai primi focolai a Wuhan, passando poi per il primo caso confermato al di fuori della Cina, fino ai sei milioni in tutto il mondo, ed è sempre di numeri, reali e tangibili, che parla Paola Michelozzi (Dipartimento Epidemiologia del SSR, Regione Lazio)nell'articolo Misurare covid-19.
I dati della mortalità sono fondamentali per comprendere l'impatto dell'epidemia e stabilire il numero di decessi stabiliti direttamente o indirittamente ad essa. È grazie al Sismg che, in Italia, abbiamo avuto accesso a questi numeri, potendo notare anche le marcate differenze nell’andamento della curva di mortalità nelle diverse città, con gli eccessi maggiori di morti registrati nel nord Italia.
Ma è anche delle donne che parla Distanza. Perché? Perché il Covid-19 - sostiene la giornalista Bernadette Golisano- “
ha sparigliato le carte del nostro presente e del nostro futuro,individuale e collettivo, e ora le donne rischiano di dover affrontare uno scenario che le penalizzerà ulteriormente, facendole tornare indietro”.
Un rischio dunque da scongiurare subito, riflettendo insieme sulle possibili contromisure necessarie a far fronte all’impatto di questa emergenza, ma che emerge purtroppo anche dai dati e le considerazioni dell'articolo Donne a distanza, di Paola Michelozzi, Marina Davoli, Antonella Camposeragna, Enrica Lapucci, Fulvia Pasqualini (Dipartimento Epidemiologia del SSR, Regione Lazio).
Durante il lockdown a prevalere è stato lo squilibrio di genere tra coloro che hanno gestito questa crisi pandemica. Le donne erano coinvolte in prima linea nell’assistenza sanitaria ma non tra i decisori, in qualità di esperti. Una disparità, e quindi una
distanza, che solleva ulteriormente grandi e gravi perplessità su quanta strada ancora resti da fare verso una reale parità di genere.
Sono tanti quindi gli aspetti che questa epidemia ha fatto emergere e oltre a quelli citati molti altri ne troverete nelle 48 pagine che compongono questo numero di Forward, e nonostante tutto ci sentiamo di voler chiudere con lo spirito con cui abbiamo aperto, usando le parole in un certo senso ottimistiche di Sergio Pintaudi: “
i buoni risultati hanno sempre bisogno di tempo”.
Tiziano Costantini
Dipartimento Epidemiologia del SSR, Regione Lazio