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QS Edizioni - venerdì 22 novembre 2024

Lettere al Direttore

Nuove terapie intensive in Calabria, come realizzarle?

di Domenico Minniti
22 giugno - Gentile Direttore,
nel Decreto Legge 34 che dà il là alla riorganizzazione dei vari servizi sanitari regionali ci sono alcuni punti che sarebbe necessario chiarire. In primo luogo l’incremento di 3.500 Posti Letto (PL) di terapia intensiva sembrerebbe difficilmente realizzabile, date le croniche carenze di Medici Anestesisti Rianimatori. 
 
Ed anche l’incremento di 2.500 posti nelle scuole di specializzazione, spalmati peraltro su tutte le discipline, avrà un riscontro utile, a normativa vigente, tra non prima di tre anni, ovviamente facendo i conti con l’incipiente gobba pensionistica a carico anche dei medici anestesisti rianimatori. Non dimentichiamoci infatti che l’età media dei medici ospedalieri è alta, a causa del blocco del turn over degli ultimi anni.
 
L’incremento dei PL nelle terapie sub-intensive “rapidamente convertibili in posti di terapia intensiva”, non sembra poi francamente utile per due ordini di motivi. Innanzitutto a causa del mancato utilizzo delle attrezzature specifiche per l’alta intensità di cure. Queste, rischierebbero così di diventare ben presto obsolete senza che ne fossero stati ammortizzati i costi. E a quel punto probabilmente inservibili nel momento di loro reale necessità.
 
Il secondo motivo è invece legato al personale sanitario ivi operante: non svilupperebbe infatti quelle abilità, competenze e conoscenze, peculiari delle sole terapie intensive, che sarebbero poi improvvisamente e perentoriamente richieste all’esordio della maxi-emergenza.
 
La scelta strategica corretta sarebbe invece l’implementazione o, laddove già esistenti, l’incremento dei posti letto delle terapie intensive postoperatorie. Di quei reparti cioè, ad alta intensità di cure, che garantiscono un’assistenza intensiva post chirurgica nei pazienti che, a causa delle loro condizioni cliniche o per l’invasività dell’intervento, sono da considerare ad alto rischio di complicanze peri-operatorie.
 
Lì le attrezzature sarebbero quotidianamente utilizzate in maniera congrua e produttiva, migliorando la qualità e la sicurezza dell’offerta sanitaria. E sarebbero pronte, assieme al personale sanitario, così già rodato alle alte intensità di cure, da essere immediatamente operative. Anche in virtù del fatto, come già accaduto per il Covid-19 che, con il blocco dell’attività chirurgica di routine, il turn over dei PL sarebbe praticamente immediato.
 
Un’introduzione, quella fin qui fatta, caro Direttore, che vuol essere un piccolo suggerimento in particolare alla mia Calabria.
 
Già, la Calabria. Una regione in cui l’epidemia può, o meglio deve, essere colta come un’opportunità per (tentare di) sanare un ritardo anche nel numero dei PL delle terapie intensive. Dal Ministero infatti ci si ostina a dire che dalle nostre parti sono 146. E la struttura commissariale, che dello stesso Ministero è emanazione, si ostina a riverberare il dato. Armato di abaco e pazienza ho ri-censito i PL e, quelli pre Covid-19, continuano ad essere sempre ed inesorabilmente 107.
 
Poco male, se c’è l’intenzione di migliorare. Partiamo dunque da 0,5 posti per mille abitanti (n°107) e dobbiamo arrivare a 1,4 (n°271).
 
La prima curiosità da soddisfare sarebbe quella di far capire secondo quale metodologia siano stati distribuiti, gli stessi, negli anni passati nelle varie provincie e, soprattutto, secondo quale criterio avverrebbe adesso l’incremento, atteso che non mi pare si tenga conto della popolazione residente, come invece detta il Decreto Legge 34/2020. Con un delta, tanto per fare un esempio, di 42 posti letto tra le provincie di Catanzaro e Cosenza, e con la popolazione della seconda che è quasi il doppio della prima.
 
E l’altra curiosità è ovviamente legata al personale, in particolare ai medici anestesisti rianimatori relativamente ai quali, già ben prima dell’inizio dell’epidemia, la nostra Associazione segnalava l’insufficiente presenza in Calabria. Stimavamo infatti la carenza di un centinaio di medici anestesisti, numero necessario per colmare quel gap nell’offerta chirurgica della regione, responsabile di buona parte della migrazione sanitaria e delle conseguenti ricadute economico finanziarie sul bilancio regionale.
 
Come si pensa dunque di arruolare questi professionisti, atteso che spesso i concorsi nella nostra disciplina vanno semi-deserti? E perché si temporeggia ancora nell’incrementare, con risorse aggiuntive regionali, il numero di posti nella scuola di specializzazione in Anestesia e Rianimazione dell’Università Magna Grecia? Il numero, già insufficiente lo scorso anno accademico, lo è diventato ancor di più con l’accorpamento della Scuola di Specializzazione dell’Università di Catania.
 
Ed ancora un’altra criticità, questa tutta calabrese: una buona parte delle Unità Operative che afferiscono alla rete dell’Emergenza Urgenza sono da anni prive dei direttori responsabili. È il caso, ad esempio delle Terapie Intensive di Locri, Polistena, Catanzaro, Corigliano-Rossano, Castrovillari, Crotone. Più della metà delle undici terapie intensive della Calabria, per intenderci. Ma anche le centrali Operative 118 di Reggio Calabria, quest’ultima incredibilmente priva di responsabile da oltre otto anni e di Catanzaro. O di diversi Pronto Soccorso. Ed in alcuni casi queste Unità Operative sono affidate a dirigenti privi dei richiesti requisiti normativi. Insomma, una rete dell’Emergenza spesso acefala nelle sue articolazioni fondamentali, con buona pace della Clinical Governance.
 
Tutte in attesa di un concorso, spesso anche già bandito, ma che si trascina da anni a causa dell’indolente lungaggine burocratica di più di un’amministrazione aziendale. Alla faccia dell’articolo 32 della nostra Carta Costituzionale, dei calabresi che pagano profumatamente per un servizio scadente e ringraziando sempre il SARS COV-2, il quale avrà pensato che sfondare dalle nostre parti sarebbe stato poco etico anche per un virus. Sarebbe stato infatti come sparare sulla Croce Rossa. Ed allora avrà preferito evitarci.
 
Dr. Domenico Minniti
Presidente Regionale AAROI-EMAC
Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani - Emergenza ed Area Critica, Sez. Calabria
22 giugno 2020
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