10 giugno -
Gentile Direttore,
non c'è ancora chiarezza sulla possibilità per la categoria dei Farmacisti ospedalieri di richiedere il Bonus Baby sitter attivato con DL per aiutare le famiglie durante l'emergenza Covid. Come riportato nella circolare 44 Inps (che dovrebbe rimanere invariata dopo il c.d decreto Rilancio 34/2020) per quanto concerne il bonus per i servizi di baby-sitting per i lavoratori pubblici, ai sensi dell'articolo 25, comma 3, decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, "la platea dei soggetti potenziali beneficiari della misura comprende i lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alle seguenti categorie: medici; infermieri; tecnici di laboratorio biomedico; tecnici di radiologia medica;operatori sociosanitari.
Manca, quindi, esplicitata la figura del Farmacista ospedaliero che invece ritengo abbia partecipato in maniera attiva facendosi carico di mansioni essenziali e necessarie per affrontare e superare tutte le fasi di questa emergenza. Tutti conoscono bene il lavoro svolto dai medici e infermieri, meno noto - perché meno visibile - invece è stato quello del farmacista ospedaliero il cui ruolo però è stato essenziale e fondamentale.
Basti pensare al coordinamento per la distribuzione dei Dpi forniti dalla protezione civile al Ssr, ma anche alla cabina di regia svolta per la gestione dei farmaci e dispositivi medici necessari alle cure dei pazienti ricoverati e che spesso, invece, risultavano mancanti. La Farmaceutica ha svolto un ruolo cruciale nel gestire queste mancanze e garantire al medico e al paziente, in ogni modo possibile, la fornitura di device e di farmaci necessari spesso acquistati anche all'estero perché diventati carenti sul territorio nazionale.
Il ruolo del Farmacista ospedaliero è stato trasversale, svolto con dedizione in collaborazione con le figure mediche e tecniche, sempre nell'ottica di assicurare un'attività assistenziale ai pazienti in maniera appropriata e continua anche nella parte della Distribuzione diretta dei farmaci ai punti di continuità e nella galenica sterile e non sterile. Non dimentichiamo infatti, che pur imperversando la Fase 1, il servizio di allestimento delle terapie personalizzate, oncologiche e non, è sempre stato attivo ed ha coperto come di consueto ogni richiesta per i pazienti in cura.
È per questi motivi che il provvedimento del Bonus Baby sitter dovrebbe essere ritenuto un importante riconoscimento alla attività svolta dai farmacisti del servizio pubblico qualora non abbiano potuto o non possano usufruire del congedo parentale per motivi di necessità di servizio: per far fronte a tale necessità la nostra categoria ha dovuto di fatto riorganizzare e in un certo senso sacrificare il proprio ambito famigliare attivando supporti esterni come il babysitteraggio in quanto le scuole chiuse, l'impossibilità di spostamenti, il mancato supporto di famigliari anziani quali i nonni hanno posto le nostre famiglie in una situazione di grossa difficoltà. Purtroppo, in questi giorni ho ricevuto un documento anche dalla Fofi che conferma l'esclusione dei farmacisti ospedalieri dal Bonus Baby-sitter ancorché assicuri il massimo impegno su tale fronte.
Non ho purtroppo certezza ma spero che siano in atto iniziative di confronto con il Governo al fine di far modificare tale mancato riconoscimento, così grave e penalizzante per la categoria dei farmacisti ospedalieri con famiglia a carico.
Non per ultimo faccio notare una grave inequità anche all'interno della nostra categoria: il farmacista dipendente, cioè che lavora presso le farmacie private sul territorio, può ad oggi usufruire del bonus baby sitter.
Francesca Martini
Dipartimento del Farmaco, U.O. Farmaceutica Ospedaliera, Toscana