8 giugno -
Gentile Direttore,
qualche giorno fa, il nostro Commissario Straordinario della Azienda Usl di Bologna, Chiara Gibertoni, ha indirizzato a tutta la comunità sanitaria una lettera. In questa missiva il Commissario anticipa un taglio lineare di circa 400 posti letto e un numero elevato di ambulatori. La situazione che si delinea dice il Commissario è che nulla potrà più essere come prima.
Sarà necessario costruire un nuovo assetto logistico e di percorsi dell'offerta sanitaria, costruire nuovi edifici e rinnovare spazi. Le scelte da fare sono complesse, articolate e nulla è più scontato. Il tempo è poco, il confronto necessariamente limitato e l'insoddisfazione di tanti inevitabili. Non devono prevalere protagonismi, furbizie, polemiche astiose di piccolo cabotaggio. Se faremo prevalere l'egoismo e l'individualismo non faremo il bene dei cittadini.
Nella lettera il commissario chiede solidarietà al personale sanitario e di non ostacolare il manovratore. Il contenuto della missiva ha creato un clima di mortificazione, prostazione e umiliazione fra i dipendenti che durante il periodo COVID non si sono né risparmiati e né offesi per essere stati mandati allo sbaraglio a combattere il virus a mani nude e con il sorriso sulla bocca per non demoralizzare o creare scoramento nei pazienti. Il blocco delle ferie, le migliaia di ore di straordinario non riconosciute, la libera professione bloccata da 5 mesi e il bonus da 930 euro barattato con 15 ore di lavoro.
Nessun collega ha chiesto l’ordine di servizio per i numerosi turni richiesti al di fuori del debito orario. Il Commissario Straordinario ha premiato i nostri eroi in questo modo. Adesso la stessa persona chiede un ulteriore sacrificio, quello di abbattere le liste di attesa durante il periodo estivo perché al personale non è concesso il diritto alle ferie.
La concertazione in questo caso è inesistente, esiste solo l’esigenza del manovratore. Caro Commissario, il futuro della Sanità Bolognese non può essere affidato alla gestione di pochi “eletti”. "Il provvedimento” del taglio dei posti letto ci preoccupa molto, perchè non possiamo permetterci di abbassare i livelli essenziali delle prestazioni in un momento così difficile per il nostro Paese". La democrazia è tale se produce decisioni «politiche», cioè rivolte alla realizzazione dell’interesse generale (l’interesse della polis, da cui: «politica») individuato tramite il confronto e la discussione delle idee, e non la mera somma di tante decisioni «private» assunte a titolo individuale come lei vuol fare credere.
L’essenza della democrazia sta nella discussione, non nella decisione autocratica, nel confronto aperto con gli altri professionisti alla ricerca di una soluzione, la mera conta dei voti non produce decisioni democratiche, ma imposizioni di parte. Quello di cui oggi c’è bisogno nel nostro sistema sanitario è attitudine al dialogo, rispetto, empatia, curiosità verso le posizioni altrui, disponibilità a cambiare idea: tutte cose che solo la discussione collegiale e sindacale, se ben intesa, può riuscire a realizzare.
Ed è ben intesa quando il fine è includere, non escludere e umiliare i professionisti: vale a dire, quando si discute per trovare la soluzione capace di non lasciare nessuno totalmente insoddisfatto e, di conseguenza, nessuno totalmente soddisfatto. Termino con il giuramento di Ippocrate che lascia nelle mani dei sanitari il coraggio e il sacrificio e non certo la furbizia. “Sono queste le idee nostre a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro".
Eugenio Cosentino
Segretario regionale Cimo-Emilia Romagna