29 aprile -
Gentile Direttore,
l’emergenza sanitaria che sta coinvolgendo e sconvolgendo tutto il pianeta, è uno scenario alla quale nessuno poteva trovarsi pronto, perché del tutto inatteso; a maggior ragione, diverse “opinioni scientifiche” e di conseguenza diverse “scelte politiche” hanno generato una grande confusione e paura, nei confronti di un “nemico” invisibile, e contro la quale tante “armi” hanno fallito. Oggi, perlomeno in Italia, siamo in una fase dove l’impreparazione e la mancata organizzazione iniziale, risultano superati, e ci stiamo per avviare in una nuova fase, denominata “di convivenza”.
Un periodo, che durerà, perlomeno diversi mesi, nella quale, il “nemico” non lo si può combattere, restando chiusi nella propria dimora, bensì con un parziale, lento e graduale ritorno alla normalità; dove in primo piano, i nostri comportamenti sociali e quotidiani avranno un peso “smisurato”, pertanto delle domande sorgono spontanee: “Gli italiani sono pronti dal punto di vista etico-intellettuale nell’affrontare questo avversario?” “Con quali strumenti possiamo aiutarli?” “Chi deve supportare il cittadino, al fine di trasmettere le corrette nozioni comportamentali da seguire, in qualsiasi contesto?”.
Vorrei ricordare, che questa è un’emergenza sanitaria, e come tale deve essere gestita dalle figure professionali di competenza; e se in ambito di assistenza sanitaria ci sono diverse figure coinvolte, nell’ambito della “prevenzione”, e soprattutto nella “prevenzione primaria” abbiamo una figura, che si contraddistingue da tutte le altre, sanitarie e non: “Il Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei luoghi di lavoro”.
Citando il D.M. 58 del 1997, che individua la figura del profilo professionale del Tecnico della Prevenzione, si riporta: “è responsabile, nell'ambito delle proprie competenze, di tutte le attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro,… di igiene di sanità pubblica”, “operante nei servizi con compiti ispettivi e di vigilanza”.
Risulta abbastanza chiaro, che questa figura professionale, giochi un ruolo “chiave” nella lotta contro il CoVid19, grazie alla multidisciplinarità di tematiche che può toccare in questo contesto e nello specifico, si menzionano le più importanti:
- Effettua attività di informazione e formazione;
- Conosce i Dispositivi di Protezione Individuale, e nello specifico, come e quando indossarli;
- Conosce i Dispositivi Medici Chirurgici;
- Conosce la differenza tra pulizia, sanificazione e disinfezione, ed i processi su come attuarla;
- Conosce alla perfezione il D.Lgs 81/08 con le s.m.i. e tutte le normative di riferimento ad esso collegate.
In sostanza, ha un approccio tecnico-giuridico ma anche sanitario, che gli permette di avere un controllo sulle procedure che devono essere seguite, e possibilmente di migliorarle in base al contesto.
Invece, come di consuetudine, è stato escluso. È stato escluso da tutti i tavoli tecnico-scientifici fin qui creati, e cosa ben più grave, è stato minimizzato nel suo ruolo come organo di vigilanza.
L’unico organo di vigilanza autorizzato per competenze normative ad effettuare controlli in ambito di salute e sicurezza sul lavoro, è stato superato da organi che non hanno né competenze sanitarie né tantomeno competenze tecnico-scientifiche.
E qui, corriamo un serio “rischio”, di far sprofondare un paese, che si trova allo stremo delle sue energie psico-fisiche, per colpa della superficialità e di una visione non completa delle problematiche.
Chiediamo pertanto, di ascoltare il nostro parere tecnico scientifico in ambito salute e sicurezza negli ambienti di vita e nei luoghi di lavoro e soprattutto di coordinare insieme agli altri organi di vigilanza designati con la creazione di una task-force, che sia adeguatamente formata ed indirizzata, con lo scopo “non di reprimere” ma di vigilare con oculatezza in maniera completa e non con le check-list di rito.
Lo chiediamo, perché oggi, il cittadino, il lavoratore ed il datore di lavoro ha bisogno di sentirsi dire dalle istituzioni “cosa fare”, e non solamente “cosa non fare”.
Noi, ci siamo. Siamo pronti, formati e consapevoli degli oneri che ne comportano, siamo qui a tendervi la mano, umilmente. Sta a voi, afferrarla e proseguire “insieme”.
Dott. Gianluca Grasso
Tecnico della Prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro